«Siamo allibiti dalle parole usate dal Rettore dell’Università di Roma Tre, Massimiliano Fiorucci, per difendere il “laboratorio per bambin* trans” promosso da attivisti politici delle associazioni LGBTQIA+ con l’approvazione del Comitato Etico dell’Ateneo. Secondo Fiorucci, il laboratorio deve proseguire perché “la ricerca è chiamata a esplorare territori di confine, lungo i quali non sono consolidate conoscenze adeguate; ciò costituisce – continua il Rettore – un preliminare necessario alla formulazione di ogni tesi e di ogni giudizio”. In altre parole, il Rettore di Roma Tre sta ammettendo che l’iniziativa in questione è una vera e propria forma di sperimentazione al di fuori di un contesto scientifico condiviso, ma dimentica che le “cavie” in questione sono bambini dai 5 anni, e che il progetto investe direttamente la loro identità sessuale, tanto che gli ideatori hanno usato l’aberrante espressione di “bambini trans” nella stessa locandina del laboratorio. Le dichiarazioni del Rettore sono tanto più sconcertanti considerando che Fiorucci è stato fino a due anni fa Presidente Nazionale della Società Italiana di Pedagogia, di cui oggi è ancora consigliere nel Direttivo: proprio da lui ci saremmo aspettati maggior giudizio, prudenza e scientificità su un progetto di matrice ideologica che pretende di affibbiare a bambini e bambine etichette politiche totalmente inadeguate alla loro crescita e alla loro formazione. Pertanto continuiamo a chiedere all’Università di Roma Tre l’immediata sospensione del laboratorio e al Ministro dell’Università Anna Maria Bernini di approfondire nel dettaglio se il progetto in questione è coerente con i requisiti del bando a cui si riferisce, apprezzando le interrogazioni già formalizzate in tal senso da parlamentari come Gasparri, Rampelli, Mennuni e Sasso».
Così Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia onlus, in merito alla nota stampa diramata dall’Università Roma Tre sul laboratorio per “bambini trans” dai 5 ai 14 anni promosso da una ricercatrice di Scienze della Formazione della stessa Università e approvato dalla Commissione Etica dell’Ateneo.