Il Vangelo di Sabato 11 novembre 2023
Dal vangelo secondo Luca 16,9-15
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne.
Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».
I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si facevano beffe di lui. Egli disse loro: «Voi siete quelli che si ritengono giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che fra gli uomini viene esaltato, davanti a Dio è cosa abominevole».
COMMENTO DI DON RUGGERO GORLETTI
Perché l’evangelista Luca chiama «disonesta» la ricchezza? Forse perché talvolta viene acquistata in modo non onesto, oppure perché spesso se ne fa un uso ingiusto? Non sembra essere questo il significato centrale della parabola, ma il fatto che la ricchezza sia ingiusta di suo, perché i beni tendono a divenire padroni della vita di chi li possiede. La ricchezza inganna, promette e non mantiene, delude chi pone in essa la propria fiducia. Per questo il testo originale non usa il termine «ricchezza», ma la parola «mammona» (termine purtroppo soppresso nella più recente traduzione italiana) per indicare non tanto il semplice possesso di cose quanto piuttosto l’accumulo dei beni in cui si pone la propria fiducia. L’invito a farsi amici nella disonesta ricchezza sembra essere un’esortazione a non trascurare i poveri, che potranno intercedere per noi nel giorno del giudizio.
Il Signore non demonizzai beni, le cose, ma ci mette in guardia, invita a mantenere un atteggiamento di distacco e di sana diffidenza, perché la ricchezza tende ad impadronirsi del nostro tempo, del nostro cuore, delle nostre energie, ma poi, inevitabilmente, ci delude e ci lascia soli.