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Il noto teologo domenicano, padre Riccardo Barile dissente dall’aggiunta di tre nuove invocazioni nelle Litanie Lauretane e specialmente di quella come Maria ” Consolazione dei migranti”. Lo abbiamo intervistato.

Padre Barile: che cosa pensa di Maria consolazione dei migranti?

“Di per sè stessa Maria è consolatrice degli afflitti e dunque anche dei migranti e di tutti coloro che sono nel bisogno e nella tribolazione. Allora, che necessità vi era? Non la vedo. A mio avviso il tutto va letto nella preoccupazione pastorale e sociale di questo pontificato che dedica al tema dei migranti grande spazio. Nulla di vietato, ma è lecito discutere ed eventualmente dissentire. Ricordo che tra i migranti, non tutti certamente, esiste un aspetto poco chiaro che è quello legato ai trafficanti di persone. Questo va tenuto a mente”.

Lei avrebbe messo quell’aggiunta?

“Io no, ma non per la parole migranti. Solo per il rispetto della tradizione della Chiesa, non vedo di buon occhio questa sequenza di cambiamenti. Le ripeto che io non lo avrei fatto, anche se non è sbagliato. Faccio un esempio concreto. Quando si trattò della riforma liturgica post conciliare, si voleva riformare il canone romano. Vi furono tante proposte, ma si arrivò alla conclusione di lasciare le cose come stavano, perchè aveva già una struttura consolidata ed una storia alle sue spalle”.

Magari questa nuova invocazione è un atto di carità verso i migranti.

“Certo, non dubito delle buone intenzioni. Però, giusto per chiarirci le idee, la carità prima di tutto parte dai vicini per arrivare ai lontani ed abbiamo tanti poveri qui in casa nostra che meritano le stesse attenzioni, poi il Catechismo della Chiesa ci dice che possiamo accogliere in base alle nostre capacità e comunque il problema dell’accoglienza è dello Stato e della politica, non appartiene alla Chiesa”.

Bruno Volpe

Un pensiero su “Il teologo: “il problema dell’accoglienza è di Stato e politica, non della Chiesa””

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