Con una “lettera del Vescovo ai fratelli nella fede delle parrocchie in Gricignano d’Aversa”, in provincia di Caserta, monsignor Angelo Spinillo ha stigmatizzato la pratica di vendere al miglior offerente i posti di portatori delle statue nella annuale processione in onore del patrono cittadino, Sant’Andrea.
“La processione – spiega monsignor Spinillo – non è da considerare come la visita dell’immagine del Santo alla casa dei devoti, ma piuttosto la testimonianza della fede di un popolo che cammina insieme, che cammina nelle situazioni della vita del mondo seguendo l’esempio dei Santi per vivere in unione con il Signore Gesù Cristo e nella luce del suo Vangelo. Con sincerità fraterna vi devo dire che le notizie che mi sono arrivate, e ciò che ho visto registrato nei video, mi hanno davvero rattristato. Nulla di ciò che avevamo detto nel colloquio con il Comitato è stato messo in pratica.”
Spinillo attacca duramente gli organizzatori della processione: “E’ stato fatto qualcosa che da tempo è superato e che contraddice pienamente lo spirito della processione. Mi riferisco alla vendita della possibilità di portare a spalla la statua nell’ultimo tratto della processione. Non è giusto pensare di esprimere una devozione al Santo acquistando con denaro contante una specie di diritto e mostrando una possibilità economica che altri, forse, non hanno o non possono avere. Questo tipo di vendita all’asta non serve ad esprimere una vera devozione, ma piuttosto tende ad evidenziare una forza economica che si contrappone ad un’altra per superarla. È il contrario di quello spirito di accoglienza e di partecipazione comunitaria che deve essere proprio di una processione religiosa.
È molto più positiva la prassi che affida il portare la statua ad un numeroso gruppo di volontari, cui tutti possono aderire, e che esprime meglio il senso comunitario e di solidarietà nel camminare insieme.”
Spinillo poi ricorda la pagina del Vangelo in cui Gesù, mentre parlava con la gente all’ingresso del Tempio in Gerusalemme, vide che tanti ricchi, ostentatamente gettavano molte monete nella cassa delle offerte suscitando l’ammirazione dei presenti. E vide anche che una povera donna, cercando di non farsi notare, andò a mettere nella cassa delle offerte due semplici monetine. Ovviamente nessuno degnò di attenzione quella donna, ma Gesù osservò che essa, “così povera” (Lc 21,3), aveva offerto più di tutti.
“Basta solo osservare che Gesù riconosce e apprezza ciò che è fatto con il cuore, non le forme esteriori o la quantità delle ricchezze, ma ciò che è offerta vera dell’anima. Allora è giusto che tutti possano partecipare alla festa senza che qualcuno possa acquistare diritti sugli altri, ma mettendo a disposizione il proprio turno e la propria collaborazione tra i portatori.” Spinillo invita poi i fedeli di Gricignano d’Aversa di liberarsi dalla tentazione di pensare che la fede, o che la nostra salvezza sia una questione di denaro.”