“I social non possono rimpiazzare il Sacramento”: lo ammette in questa intervista Monsignor Gerardo Rocconi vescovo di Jesi.
Eccellenza Rocconi, una Pasqua anomala, senza fedeli…
“Io mi sono dato e speso molto, e le assicuro che non ho avuto tempo libero tra catechesi, messe e messaggi. Sono andato a dormire stanco alle undici di sera. Purtroppo sin dalla data dell’otto marzo avevo intuito che sarebbe andata a finire in questo modo”.
Monsignor Giovanni D’ Ercole non è favorevole alle messe senza fedeli…
“Io dissento da lui sulla opportunità di questa posizione. Indubbiamente anche io avrei desiderato la messa con i fedeli. Da quanto so, la Cei si è spesa molto, ma il governo non ha sentito ragioni. Noi non potevamo disubbidire, la nostra posizione non sarebbe stata capita. Questo tempo è una Babilonia, il momento dell’ esilio, ma dopo questa parentesi riscopriremo la vita ecclesiale in modo ancor più forte”.
Mons. Rocconi, davvero la Chiesa vale meno di un supermercato in quanto ad accessi?
“Certamente no. Se per questo, a mio avviso anche un autobus o una metro sono pericolosi quanto una messa dal punto di vista del contagio. Tuttavia, torniamo al punto di prima, la Cei ha cercato di spiegare come stavano le cose al governo. Però non potevamo fare i bastian contrari. Bisognerà riparlarne ad emergenza finita”.
Messe e liturgie in streaming…
“A chi ha borbottato nella mia diocesi ho detto: prendiamo il buono che c’è. Innegabilmente i social non possono rimpiazzare il Sacramento. Però nel momento dell’ emergenza si usa quello che si ha. Come le dicevo, sono certo che dopo questa assenza sentiremo ancora maggiormente il bisogno dell’eucarestia”.
A breve i musulmani celebreranno il ramadan…
“Ritengo che anche loro dovranno rispettare lo stesso rigore che abbiamo osservato noi e che lo stato farà la sua parte. Il contagio vale per tutti. Non ho motivo di dubitare”.
Bruno Volpe