” La politica italiana tratta molto male la famiglia”. Lo dice in questa intervista a La Fede Quotidiana monsignor Gerardo Rocconi, vescovo di Jesi, nelle Marche.
Eccellenza, che cosa fa la politica in favore della famiglia?
“Poco: la famiglia è trattata molto male dalla politica. Non vedo mirate strategie di vero e reale sostegno a questa istituzione che pure è fodamentale per il benessere della società”.
Che cosa non va?
” Penso al problema del lavoro che ritengo sia centrale. Se manca, o è incerto, mi sembra logico che mettere su famiglia diventi una scommessa e rischioso, pertanto la gente ci pensa su molte volte. Tutto questo influisce negativamente sulla natalità. Valuto allarmante che un evento lieto come la gravidanza e la nascita di un figlio divenga spesso motivo di ansia. Inoltre questa sistema difende e protegge molto poco la donna lavoratrice”.
Perchè?
” Perchè se una donna aspetta un bambino corre il serissimo rischio del licenziamento e una lavoratrice che annunci di contrarre matrimonio è guardata con sospetto e diffidenza. Inoltre penso che occorra una vera e mirata poltiica fiscale a protezione della famiglia. Devo registrare, senza polemica, che gran parte della politica italiana al posto di legiferare su come proteggere la famiglia composta da uomo e donna aperti alla vita in dono reciproco, si è interessata con celerità alle sorti di false famiglie e parlo delle unioni civili, rispondendo ai bisogni di una minoranza rispetto alla maggioranza degli italiani”.
Cosa pensa del lavoro nel giorno della domenica?
” Lo trovo un vero grande scandalo che disturba e turba le famiglie e la sacrosanta necessità di un momento di pausa e di riflessione , un disastro, sollecitato non dalla ricerca del bene comune, ma dalla sete di guadagno e di profitto”.
Immigrazione, che fare?
” Credo che l’accoglienza sia necessaria e non dobbiamo vedere chi arriva come un nemico a tutti i costi. Ricordiamoci che anche noi occidentali abbiamo delle responsabilità in questa situazione e penso alle cause di tanti conflitti o alla vendita delle armi. Certamente, i flussi migratori vanno controllati e regolati tenendo gli occhi ben aperti per evitare l’infiltrazione di potenziali terroristi o di persone con secondi fini non pacifici”.
Bruno Volpe