” Le giovani donne sempre più spesso antepongono carriera e lavoro alla maternità”. Lo dice in questa intervista a La Fede Quotidiana Monsignor Gianfranco Todisco, vescovo di Melfi- Rapolla e Venosa in Basilicata.
Eccellenza, in Italia è particolarmente attuale il problema della scarsa natalità. Per questo, il ministro Lorenzin ha dedicato una giornata al tema della fertilità femminile. Perché in Italia si fanno pochi bimbi?
” Le cause sono molteplici e concorrenti. La prima è questa. I giovani, soprattutto le donne, desiderano ardentemente la carriera nel lavoro e spesso ad essa antepongono la maternità. Sia ben chiaro che lavoro e carriera non sono cose o valori negativi, anzi, e lo Stato dovrebbe tutelare maggiormente la donna sul posto di lavoro. Inoltre, basta vedere l’ età delle pubblicazioni matrimoniali, ci si sposa sempre più tardi”.
Perchè?
” Lo dicevo poco prima, il lavoro e il desiderio di arrivare, la carriera, frenano matrimonio e maternità. Inoltre spesso dopo aver conseguito il titolo di studio ci sta da aspettare molto tempo per entrare nel mercato del lavoro. Una causa che infatti scoraggia la famiglia e il mettere al mondo bambini, è la carenza di lavoro, l’ incertezza sul futuro e mi sembra deprecabile che un evento lieto come la nascita di un essere umano diventi in tante occasioni ragione di preoccupazione o di rinuncia. La politica potrebbe e direi dovrebbe fare molto di più e penso ad aiuti economici strutturali a sostegno di questa istituzione o una politica fiscale adeguata, che tenga conto del numero dei componenti”.
Esistono ostacoli di motivo culturale?
” Certamente. Bisogna ricordare sempre la centralità della donna e del suo ruolo di mamma che porta la vita. La peculiarità della donna è la maternità. Da questa angolazione ritengo che sia stato utile, come ha fatto il ministro, dedicare un momento di riflessione sul tema fertilità al femminile. Oggi assistiamo a tante deprecabili manipolazioni della fertilità con un vero commercio da parte di potenti gruppi , insomma un business. Occorre ricordare che la scienza non è onnipotente e che quello che è possibile secondo la tecnica non sempre è moralmente lecito o accettabile. Molto è causato da un contesto nel quale sempre più spesso, anche i giovani antepongono altri falsi valori alla famiglia naturale, un mondo che pretende di sostituire Dio con l’ io, nel quale la fede è divenuta tante volte un fatto soggettivo e relativo, ciascuno si costruisce la sua verità e si cede così alla dittatura del relativismo”.
Bruno Volpe