Con una lettera indirizzata ai suoi presbiteri e diaconi, ai religiosi e alle religiose, ai membri delle aggregazioni laicali e a tutto il popolo di Dio, monsignor Antonio Staglianò, vescovo di Noto riferendosi all’appello di papa Francesco, invita la sua Chiesa locale «ad accogliere i fratelli migranti», considerando anche il fatto che la Diocesi di Noto è una Chiesa di frontiera (la più a Sud d’Italia).
«In gioco – scrive il vescovo – c’è la nostra umanità: contrastiamo la globalizzazione dell’indifferenza e riscopriamo la bellezza dell’accoglienza evangelica. Ritorna forte l’appello più volte conclamato: restiamo umani! È giunto il momento di passare dal pensiero all’azione. Certamente – ammette monsignor Staglianò – siamo ben coscienti di tutto ciò che potrebbe ostacolare lo spirito di accoglienza e solidarietà (soprattutto gli ostacoli logistici e burocratici che una tale accoglienza immancabilmente riserva) che comunque non deve mancare o attenuarsi. Siamo chiamati a dare un segno, a esserlo innanzitutto, e lo faremo con razionalità e ponderatezza a iniziare dal cuore della nostra Chiesa Diocesana, il Palazzo Vescovile. A tal proposito ho già parlato con il Consiglio episcopale perché, anzitutto, l’appartamento della foresteria venga messo a disposizione, così come anche l’ala non ristrutturata del nostro seminario venga adeguata per la ricezione di alcune famiglie di profughi. È giusto che il vescovo per primo dia il buon esempio, come ha già fatto il Papa per la diocesi di Roma».
Staglianò conclude scrivendo: «Ci muoveremo accogliendo e facendo una mappatura delle disponibilità di ogni parrocchia, santuario e casa religiosa, sotto il coordinamento della Caritas diocesana che monitorerà il tutto, e che curerà nello specifico gli accordi e il piano operativo insieme alle prefetture di Siracusa e Ragusa. Perché l’accoglienza sia effettiva, nell’attesa delle indicazioni operative della conferenza episcopale italiana, chiedo, alle parrocchie e a ogni realtà diocesana, che all’inizio dell’anno pastorale si pensi a reti di accoglienza e fondi di solidarietà, e s’immetta nel discernimento dei consigli pastorali l’accoglienza come banco di prova di una fede operante».
Monsignor Staglianò era arrivato alla ribalta nazionale nel novembre 2013 quando, durante una catechesi in una chiesa della diocesi, ha cantato la celebre canzone Io vagabondo dei Nomadi e, soprattutto, il 22 marzo 2015 quando, durante un’omelia in occasione della Cresima dei ragazzi della parrocchia di Scicli, ha citato in funzione catechetica alcune canzoni di Noemi e di Marco Mengoni (riutilizzando la stessa metodologia che ha illuminato il cuore di tantissimi giovani, l’11 maggio 2015 ha intonato a un raduno di giovani, una canzone di Bennato, cantando “La cura” di Battiato e facendo meditare i presenti sulle note della canzone di Giovanni Caccamo, vincitore delle Nuove Proposte del Festival di Sanremo).
Maria Rocca
Cosa ci si puo’ aspettare da colui che per entrare nei cuori dei fedeli (parole sue) deve citare una canzone di Mengoni tralasciando ed evidenziando che ci sono ben altre parole che si potrebbero usare, che sono quelle del VANGELO. Dove si e’ ridotta la Chiesa e pensare che si doveva basare sugli insegnamenti di Cristo Dio fatto Uomo ed invece dobbiamo basare le prediche su delle canzoni: VERAMENTE SQUALLIDO!!! Continuiamo a non renderci conto che, come ci viene INTIMATO (mai parola fu piu’ azzeccata) dall’alto, aprire le chiese a sconosciuti potrebbe voler dire aprire le chiese a estremisti islamici che magari domani intimeranno un povero sacerdote di togliere le croci e le Madonne trasformando cosi’ le chiese in moschee. A quel punto magari interverra’ sempre lui che dall’alto della sua posizione dira’: Dio e’ uno sia per i mussulmani che leggono il corano sia per i cattolici che leggono la Bibbia. E fu cosi’ che tutte le religioni divennero una.
“Ero forestiero e mi avete accolto. Ma avreste fatto bene a non accogliermi se fossi stato forestiero di altra religione.” Era così il Vangelo, no? :)
Eh no, Michele, non è così che funziona. Lei può ospitare chiunque a sue spese, non con i soldi di chi non la pensa come lei.
E poi volendo, in altri passi del Vangelo tipo ” Matteo 10, 40-42 si legge ben altro.
Un aiutino ai poveri italiani no?? ne abbiamo davvero molti in giro.
Io pago le tasse e pretendo che il mio Stato ospiti con i soldi di tutti persone che hanno diritto allo status di rifugiati. Lo dice la Costituzione.
Ah, la costituzione parla di ” RIFUGIATI”? E che dice degli italiani?
Già che c’era poteva continuare a leggere!