“Accogliere i migranti è un doveroso atto di carità. Ma questo non significa che a loro sia permesso tutto”: lo dice Monsignor Ignazio Zambito, vescovo di Patti in Sicilia.
Eccellenza, oggi possiamo parlare di emergenza migranti?
” Nella mia diocesi no, tuttavia il problema, sia a livello nazionale che europeo, esiste ed è anche serio. Senza una politica concordata ed efficace, il peso delle migrazioni rischia di cadere sulle spalle di pochi e questo non mi sembra giusto ed efficace”.
Possiamo come Italia, dare ingresso a tutti senza se e senza ma per mero spirito di solidarietà?
” L’ accoglienza del profugo e del migrante è doverosa e sicuramente ispirata al dettato del Vangelo. Però non è pensabile che questo flusso sia continuo e neppure non regolato. Intendo dire che se una bottiglia può contenere un litro di acqua non possiamo versarne due”.
Che cosa vuole dire?
” Che il processo migratorio deve essere ordinato. La carità non ha limiti a livello pastorale e teologico, ma necessita di realismo organizzativo e dunque sia sempre fatta con criterio e prudenza. Io posso dare da mangiare al rifugiato, ma prima di tutto devo darlo ai miei genitori. In pratica, nella condivisione si tengano presenti le ragioni del buon senso. La prudenza è una virtù cristiana, non dimentichiamolo dietro spinte impulsive”.
I migranti hanno dei doveri?
” Certamente. Chi ritiene che a loro tutto sia dovuto, sbaglia. Loro hanno l’ obbligo di rispettare i costumi, le tradizioni, le leggi e le sensibilità della gente che li ospita, cosa che del resto facciamo noi italiani quando emigriamo fuori o visitiamo le loro terre. La mentalità che a loro nel nome della carità tutto sia tollerato o concesso è fuorviante. Se vogliono diritti, ed è corretto,siano sottoposti agli stessi doveri”.
Un vescovo polacco recentemente ha detto che il continente europeo rischia la islamizzazione per via demografica, condivide?
“Non amo drammatizzare, però vista la tendenza demografica negativa dell’ Italia e dell’ Europa e quella estremamente prolifica loro, questo rischio lo corriamo”.
Amoris Laetitia, che cosa pensa?
” E’ un documento lungo e complesso che merita attenta e meditata lettura. La stampa non lo ha presentato bene, con eccessive semplificazioni. La dottrina della Chiesa sulla comunione al divorziato risposato civilmente non muta e del resto non è mutabile. Cambia l’ approccio pastorale. Oggi non è possibile dare la comunione al divorziato risposato civilmente, se vuole la mia opinione, ma il vero problema è altro. E’ quello della superficialità con la quale tante volte ci si accosta alla comunione che è una cosa molto seria. La domenica vedo nelle chiese lunghe file di persone che la ricevono e senza emettere giudizi, mi domando: davvero tutti sono andati a confessarsi? Me lo auguro”.
Bruno Volpe
Conosco il Vescovo di Patti – mi pare che lo sia dal 29 giugno 1989 – e penso che sia un buon pastore fedele alla Tradizione. Dovrebbe allora sapere che spetterebbe al Papa chiarire quel che ha scritto o fatto scrivere nel documento suddetto che fa tanto discutere. Se non lo fa e lascia ad altri l’interpretazione del medesimo, non contribuisce ad alcun chiarimento, anzi sarebbe reticente. Il Successore di Pietro c’è per confermare tutta la Chiesa nella Verità di Cristo che non è di sua proprietà, e non per accrescere la confusione in essa su temi così importanti e delicati per la salvezza eterna delle anime.
“Il problema non sono i divorziati risposati, ma la superficialità con cui ci si accosta alla comunione”. Se la frase (riportata peraltro fra virgolette) è stata davvero tale, è di una banalità sconcertante: il modo migliore per equiparare il problema della necessaria preparazione alla Comunione a cui sono tenuti tutti i fedeli al problema della Comunione ai divorziati risposati (senza alcun accenno alla scelta della castità reciproca), con la conseguenza di ignorare la diversa natura e gravità del secondo. Detta poi da un Vescovo, lascia intendere quanto molti Fedeli siano in balia di Pastori che non li guidano nella vita della grazia santificante ma li allontanano!!! La missione che Cristo ha loro affidato è ben altra che quella di “regolamentare il problema dei migranti”!