“La bussola del cattolico in politica è la dottrina sociale della Chiesa”: ne è convinto e lo ribadisce in questa
intervista che ci ha rilasciato, Monsignor Ciccio Savino, vescovo di Cassano allo Jonio in Calabria.
Monsignor Savino, che cosa deve orientare il politico cattolico?
“La bussola del cattolico impegnato in politica è la dottrina sociale della Chiesa. Possiamo sintetizzare così:
ricerca del bene comune, sussidiarietà, solidarietà nella gestione dei beni”.
A quanto sembra i cattolici in Italia non vanno molto a votare e forse non trovano un’offerta confacente alle loro aspettative..
“Il disimpegno, a mio avviso, non produce buoni risultati, l’ astensione o il ritiro non giovano. La prima
partita da affrontare è proprio questa: vincere il torpore e la diffidenza, grazie alla sapiente guida del
Vangelo, lasciamoci guidare dalla dottrina sociale”.
Lei ama parlare di piattaforma simbolica..
“La piattaforma della quale parlo riguarda specialmente i credenti e si può articolare in tre grandi
problemi da gestire e risolvere: lavoro, vera emergenza specie al Sud, immigrazione da affrontare in modo
strutturale e non emergenziale, redistribuzione delle ricchezze. Inoltre, è necessario rendere attivo il
dialogo, anzi esso è fondamentale, conditio sine qua non. Penso che sia il segno distintivo della buona e
saggia politica senza del quale non si va lontano. Bisogna dialogare specie sulla gestione dei beni comuni
evitando ogni esasperazione e conflittualità”.
Pensa sia praticabile la pista di un partito dei cattolici?
“Intanto evitiamo ogni tipo di visione integralista, rispettando tutti in una visione di sana laicità. La prima
vera risposta del cattolico impegnato in politica è la coerenza e la qualità delle scelte, rispettando il suo
interlocutore e chi la pensa diversamente. Nel recente e neppur troppo lontano passato, in Italia abbiamo
avuto grandi modelli ai quali guardare e rifarci, come La Pira, Moro. Essi hanno nobilitato il loro impegno di
credenti in politica, sempre percorrendo la sapiente e doverosa via del dialogo”.
Bruno Volpe
Piuttosto vago il monsignore: Vangelo, dottrina sociale della chiesa. Ottimo. Solo che, quando si va nello specifico c’è poi una certa ritrosia (per usare un eufemismo); affiorano parole come laicità, integralismo e via dicendo. E’ diventato un mantra per farsi accreditare dal pensiero dominante. Tutto questo depotenzia il contributo che il cattolico può e deve dare. Quel contributo che, a partire da quei principi indisponibili ( se proprio è considerato retro’ il concetto principi non negoziabili) i politici cattolici sono tenuti ad offrire in un contesto culturale nichilista.