” Le parole del Papa, da Gregorio VII a Papa Francesco” è il titolo di un avvincente ed accattivante libro edito per la Giuseppe Laterza , firmato dall’autorevole e noto storico del Medioevo professor Alessandro Barbero, docente alla Università degli Studi del Piemonte Orientale. Il testo, molto discorsivo, si occupa, partendo dall’analisi dei testi, del linguaggio usato dai Papi e come tutto questo abbia interagito con la società e i costumi del tempo.
Professor Barbero, lei è partito a ritroso, da Papa Francesco, perchè?
” Perchè Papa Francesco, lo possiamo evincere da tante manifestazioni, ha un suo lessico particolare. Pensiamo alla espressione hacer lio che vuol dire far casino. Risulta sorprendente che il capo della Chiesa cattolica possa adoperare quel termine. Ma questo dimostra come l’ attuale Papa sia in sintonia e unione con il tempo nel quale vive”.
E che cosa prova?
” Che ogni Papa ha intanto un suo stile molto personale e lo si evince non solo dai gesti, ma anche dalle parole. L’ analisi del linguaggio consente di comprendere lo stile di ogni pontefice e la sua personalità”.
Esiste un nesso tra il tempo storico e il lessico dei Papi?
” Certamente. Un Papa del secolo scorso sarebbe immerso in quel modo di parlare. Tuttavia, possiamo dire che lo scambio è mutuo e che il linguaggio del Papa a sua volta influisce su quello della società e della Chiesa”.
Per spirito di sintesi, occupiamoci degli ultimi tre Papi…
” Di Papa Francesco ho detto. Molto estroverso e questo dipende sicuramente dalla sua personalità ed anche dalla origine geografica che ha il suo peso. Ratzinger è al contrario, l’ uomo del testo e dagli scritti si ricava la prevalenza del teologo e dell’ uomo colto, talvolta persino non compreso come accadde a Ratisbona”.
Giovanni Paolo II?
” Per lui va un discorso a parte. Ne ho trattato perchè non volevo che, ignorandolo, si potesse pensare che avevo qualche cosa contro o un pregiudizio negativo. Il problema col Papa polacco è che in lui è nettamente prevalente la componente del gesto istrionica rispetto al testo”.
Che quadro di Chiesa viene fuori dal lavoro?
” Una Chiesa viva che ottimamente sa relazionarsi col tempo nel quale vive. Se nei secoli 18 e 19 la Chiesa era sulla difensiva e soffriva l’ ostilità del mondo a causa di un lessico molto chiuso, oggi tutto è cambiato. Come dicevo prima, si registra un mutuo e bello scambio tra Chiesa e mondo e le Parole del Papa hanno più che mai il loro peso”.
Bruno Volpe