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Sacerdote.version-finalSiamo proprio sicuri di voler diventare felici? L’antico assioma secondo cui tutti gli uomini aspirano alla felicità come al bene più grande è oggi messo in discussione dall’osservazione pratica degli esseri umani che si affaccendano quotidianamente senza voler impegnarsi minimamente nella ricerca di una vita beata.
Gli uomini e le donne di oggi sembrano piuttosto impegnati nell’arte di “rovinarsi la vita”: concentrati sui loro molteplici pensieri, arrovellati da desideri contrastanti e coltivando relazioni fallimentari, inseguono la sopravvivenza giorno dopo giorno e vivono – come disse un saggio – “disordinatamente e in continua agitazione”, lamentandosi, indignandosi, costantemente minacciati da paure, dubbi e incertezze.
La felicità, quel concetto su cui filosofi e poeti discorrono da sempre sui loro manuali, sembra dunque ben lontana dalla vita reale, e pare che l’uomo comune si sia piuttosto incamminato sulla via dell’infelicità, convintosi oramai che la felicità sia solamente un’irrealizzabile utopia, un concetto antropologico, un genere letterario.
Ma l’esperienza dimostra che nonostante l’uomo ce la metta tutta, sono molte le persone che son cadute nella trappola della felicità e si son ritrovate – volenti o nolenti – a vivere una vita piena di soddisfazioni e di pienezza. La precarietà dell’infelicità suggerisce che la si coltivi e tuteli prima che qualche lieto evento spazzi via ogni tristezza faticosamente conquistata.
Ecco dunque un manualetto per diventare “Infelici e Contenti“: è questo è il titolo del libro pubblicato da Castelvecchi editore dove un misterioso autore (che si firma “Nerosfina”) ci delizia con alcune perle (“è solo un introduzione”, confessa) sull’arte del “rovinarsi la vita”. Per essere dei veri infelici non basta infatti subire gli eventi, pensare “negativo” e sopravvivere malconci alla quotidianità; non basta! Se si vuole diventare dei buoni infelici, bisogna impegnarsi seriamente e darsi da fare; è questione di metodo, disciplina e costanza.
Vi diamo ora qualche “assaggio”, tanto per farvi venire l’appetito, il resto dovrete scoprirlo da soli. Ma si raccomanda di non perdere tempo: “Non rimandate a domani la tristezza che potete avere oggi!”

– I pensieri. Bisogna lavorare molto sui pensieri per essere infelici. Non importa cosa state vivendo, se le cose ci vanno discretamente bene o no, i vostri pensieri sono un elemento essenziale per raggiungere l’infelicità, sono la “colonna sonora” delle nostre giornate che plasmano il nostro umore a prescindere dagli eventi che stiamo vivendo. Sarà facile rovinarsi la vita sviluppando e ingigantendo i propri complessi e deprimendosi! “Un buon motivo per deprimersi si trova sempre” quindi “quando non sapete cosa fare, deprimetevi, poi si vedrà” (p. 33). Accogliete tutti i tipi di pensiero che si presentano alla vostra mente: positivi, negativi, catastrofici, utopici, meglio se contraddittori. “Vedrete che casino…”.

– Gli atti. Nerosfina evoca qui l’autorevole figura di Nonna Papera, maestra dell’equilibrio, del bon-ton, del savoir-faire, del perbenismo, dell’ecologismo e del salutismo… Bene, il nostro autore ci va giù pesante: “Se volete diventare infelici… fate fuori la vecchia senza pietà! In ogni circostanza, fate il contrario di ciò che direbbe Nonna Papera”: vivete in modo squilibrato, dormite poco, mangiate tanto e male, viziatevi su tutto e bevete l’olio di palma! D’altronde “la dimensione oggettiva dell’infelicità è il disordine” (p. 39). Siete troppo buoni dentro per uccidere Nonna Papera? Al fini dell’infelicità gli atteggiamenti opposti sono esattamente equivalenti: fate di Nonna Papera la vostra guida esistenziale, osservate minuziosamente i suoi precetti, non trascurate neanche una virgola dei suoi consigli, siate nevroticamente ossessionati dai suoi dettami… a fine giornata sarete un più soddisfatti e infelici!

– Le relazioni. Anche nelle condizioni di vita più idilliache (una bella famiglia, una grande casa di proprietà, un buon lavoro strapagato) “se riuscite ad avere relazioni negative la vostra vita sarà infelice”. Tanto più se stabilirete delle relazioni sentimentali negative. Rovinare una relazione e poi mantenere nel tempo un rapporto fallimentare è uno dei segreti di maggior successo per l’infelicità. In ogni caso, lo si è detto, “l’infelicità vive di estremi” (p. 37): diventate lo zerbino del vostro partner o, al contrario, il suo peggior nemico, in entrambi i casi otterrete ottimi risultati.
– Le riflessioni sul tutto. Qui si gioca il vostro infelice futuro: le domande ultime sull’esistenza! Di fronte alla precarietà dell’esistenza hai voglia di domandarti perché esisti, perché morirai, perché c’è qualcosa piuttosto che il niente? Resisti, non farlo! Non approfondire: la domanda sul senso della vita “non s’ha da fare” (p. 55) anche perché sappiamo com’è andata a finire a l’Innominato dei Promessi Sposi: partito dalla domanda sul senso è finito ai piedi del cardinale Borromeo! Vivi con leggerezza il tempo presente, indaga tutto con superficialità (su Google avrai risposte oneste e sufficienti per vivere infelice). Dimentica per sempre Socrate, Platone, Aristotele, Pascal, Kant, Kierkegaard, Sartre… tutta quella folta schiera di domandatori di professione che rischiano di portarti sulla cattiva strada; evita i funerali perché stimolano riflessioni profonde (e hanno cambiato la vita di molte persone vive!), oppure vivili con cinismo, non ti curar del tempo che passa e della precarietà della vita, ma cogli sempre l’attimo. E il WiFi ovunque, anche in bagno, ti aiuterà non poco a non perdere tempo in riflessioni esistenziali troppo pericolose!

Bastano poche e semplici mosse: rovinarsi la vita non è mai stato così semplice! Un libro che vi farà ridere e riflettere, seguendo i ragionamenti e la fine ironia del misterioso Nerosfina!

Miguel Cuartero Samperi

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