Il grande giornalista sportivo Italo Cucci si confida a cuore aperto con La Fede Quotidiana.
Cucci, ultimamente in Turchia durante la partita con la Grecia, i tifosi locali hanno fischiato la Marsigliese, insultando i morti di Parigi. Ritiene che la Turchia sia matura per entrare in Europa?
Abbiamo assistito ad un brutto fatto, molto vergognoso e spero che la giustizia sportiva dia una punizione esemplare. Tuttavia, bisogna guardare oltre.
In che senso?
Nel senso che il calcio e lo sport spesso sanno correre molto in avanti e direi anche meglio della politica. A Roma venne disputata una storica partita di calcio tra israeliani e palestinesi, un grande messaggio reso possibile solo dal fascino dello sport. Le ripeto che quanto accaduto durante la partita in Turchia va condannato fermamente, tuttavia non ci troviamo davanti al primo caso del genere. Gli imbecilli si trovano in tutti gli stadi, anche da noi.
In ogni caso, la Turchia va agli europei di Francia, non le pare che con queste premesse potranno aversi problemi di ordine pubblico?
Spero di no. Io mi auguro che la giustizia sportiva dia una lezione esemplare, valida a lunga distanza per tutti.
Cucci, lei non ha mai fatto mistero della sua fede cattolica, che cosa prova davanti al crescere del terrorismo islamico, quali risposte dobbiamo dare?
La ricetta nessuno la ha e si tratta sicuramente di un problema molto grave. Intanto dico che chi uccide nel nome della religione, va chiamato delinquente e non fedele, mai. Poi occorre sempre e comunque cercare per quanto possibile, la via del dialogo.
La posizione della Chiesa cattolica attuale nel riguardi della religione islamica la convince?
Gli scontri di cultura e di religione va sempre evitati e non ci portano da nessuna parte, dunque credo che sia giusto non forzare i toni. Indubbiamente, questo va detto, Papa Ratzinger a Ratisbona in tema Islam aveva pronunciato parole quasi profetiche senza ricevere grande ascolto. Il discorso di Ratisbona dovrebbe anzi essere pubblicato e letto nelle scuole per la sua importanza e il suo alto livello ed invece Papa Benedetto XVI venne ricoperto di insulti e da incomprensioni, anche dentro la Chiesa, questo duole dirlo. Nella stessa Chiesa cattolica alcuni lo spinsero a scusarsi, una cosa grave. Penso che la Chiesa cattolica dovrebbe finirla con la storia delle scuse continue.
A quali scuse allude?
Non vorrei essere male interpretato. Spesso sento che la Chiesa si rammarica verso altre fedi o confessioni per presunti errori del passato. Ritengo che sia maggiormente utile chiedere perdono per altre cose, come la pedofilia o il cattivo uso delle ricchezze che per la corretta e legittima voglia di seguire la tradizione e la dottrina, cose che ci appartengono e che dobbiamo difendere senza alcuna svalutazione ideologica e culturale. Insomma, credo che sia poco utile alla causa della fede il mostrarsi sempre penitenti verso gli altri, bisogna avere il gusto e direi orgoglio nel professare la fede cattolica.
Caso Vatileaks, lei da esperto e qualificato giornalista, al posto di Nuzzi e Fittipaldi, avrebbe pubblicato quel materiale?
La risposta mi sembra articolata. Il giornalista se ha del materiale lo pubblica, ovviamente dopo aver verificato che le fonti siano attendibili. Piuttosto bisogna alcune volte domandarsi il motivo per il quale ci fanno arrivare certi documenti e se per caso qualcuno non voglia utilizzarci per scopi poco nobili. In ogni caso, chi si scandalizza per la pubblicazione dei libri di Nuzzi e Fittipaldi dovrebbe ricordarsi che la storia dei documenti clandestini o di dubbia provenienza, fa parte del nostro costume nazionale. Penso ai verbali che escono dalle Procure o alle intercettazioni telefoniche presenti nei giornali. Insomma, nulla di nuovo sotto il sole. Resta sicuramente una brutta pagina vaticana, specialmente per chi ha rubato e sottratto i documenti, un atto di tradimento.
Bruno Volpe