” Fedez pensi a cantare o si metta in politica confrontandosi con argomentazioni valide e serie”: lo dice in questa intervista che ci ha concesso Jacopo Coghe di ProVita e Famiglia Onlus sull’ episodio del primo Maggio al Concertone del Lavoro della Triplice quando il rapper Fedez lo ha tirato in ballo relativamente al ddl Zan
Coghe, attaccato mentre era sul divano di casa con la famiglia, se lo aspettava?
” Diciamo che non è stato del tutto un fulmine a ciel sereno. Da tempo, infatti, Fedez mi bersaglia pesantemente. Ora mi domando: che cosa significa dire che sono ultracattolico? Che cosa ci sta di male? Bisogna domandarlo a lui, io non ho idea. Ha dato in pasto il mio nome ad una mandria di odiatori seriali solo per il suo tornaconto personale. Poi io non ho mai pronunciato parole offensive o di minaccia sugli omosessuali e avrei dovuto avere diritto di replica. In tutto questo i dirigenti Rai sono stati assenti, non pervenuti, altro che censura. Mi rivolgo a Fedez: esprime le proprie idee, ma io posso avere il diritto alle mie o proclamarle è reato?”.
Come giudica l’episodio in sè?
“Molto grave da parte del servizio pubblico, perchè Fedez ha fatto quello che gli pareva, i comodacci suoi. Ha usato il palco del primo maggio di una televisione con partecipazione di tutti gli italiani per veicolare messaggi di odio nei miei riguardi. Aggiungo che quel tema, il ddl Zan non aveva nulla a che fare con il lavoro”.
Ha diffuso il testo di una telefonata con dirigenti Rai…
” Non sono un giurista, ma penso che sia quanto meno una scorrettezza. Non è un giornalista e allora a quale titolo senza autorizzazione alcuna registra e mette in rete conversazioni personali? Insieme a lui la Rai ne esce male. Parla di censura, ma se da anni Rai Tre è abituata a censurare chi ha idee diverse. Fedez pensi a cantare e se vuole si metta in politica esi confronti sul ddl Zan con argomentazioni valide e serie”.
Bruno Volpe