«Nella mia esperienza ho notato che c’è un Vaticano dei miti e degli stereotipi e poi c’è il Vaticano della realtà. Non credo che ci sia qualsiasi altra istituzione al mondo per cui il divario tra mito e realtà è così enorme. Lo sforzo di superare questo divario è la prossima sfida della Chiesa e un lavoro che può dare tante soddisfazione». Classe 1965, nato e cresciuto nello stato del Kansas, John L. Allen Jr. è analista sul Vaticano per la CNN, redattore e corrispondente per Crux e Boston Globe, dopo essere stato per 16 anni corrispondente per il National Catholic Reporter. Come giornalista ha cominciato a seguire le notizie dal Vaticano dal 1997, abitando a Roma a tempo pieno dal 1999 fino al 2008. Adesso divide il suo anno tra Roma e la sua casa a Denver, Colorado, dove vive con la moglie Shannon. Autore di una decina di libri sulla fede (ha scritto anche due testi su Papa Ratzinger – Cardinal Ratzinger: The Vatican’s Enforcer of the Faith e The Rise of Benedict XVI: The Inside Story of How the Pope Was Elected and Where He Will Take the Catholic Church – e uno su Papa Francesco, The Francis miracle; inside the transformation of the Pope and the Church) ha risposto cortesemente alle nostre domande utilizzando un buon italiano.
A distanza di alcune settimane, quale eco è rimasta della visita americana di Papa Francesco?
«L’impressione, abbastanza diffusa tra il popolo americano, è di un grande successo. Tutti i sondaggi ci dicono che una stragrande maggioranza della gente statunitense è stata impressionata positivamente dalle parole e dai gesti del Santo Padre. La popolarità del Papa è aumentata notevolmente sulla scia di questa sua visita. Insomma, il viaggio apostolico ha confermato il profilo di Francesco come un “papa della gente”».
In Italia, in ambito cattolico, c’è preoccupazione per il post Obama. Si teme che un neo presidente, anche la Clinton, possa operare contrariamente ai principi morali della Chiesa. Che ne pensa?
«Seguo la Santa Sede e la Chiesa Cattolica da quasi vent’anni. Devo dire che il rapporto tra i papi (Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e adesso Francesco) e la Casa Bianca, durante questo lungo periodo, è stato sempre complicato. Durante gli anni di Bush, per esempio, c’era una simpatia fondamentale sulle questioni morali (aborto, eutanasia ecc.) ma un grande tensione sulla politica internazionale (la guerra in Iraq ecc.) Sotto Clinton e Obama è stato un po’ il contrario. Prevedo che chiunque venga eletto nel 2016, la situazione sarà più o meno la stessa».
In che modo, secondo lei, gli Stati Uniti seguiranno gli inviti ecologici di Papa Francesco?
«Per lo più la recezione di Laudato Si’ è stata abbastanza positiva negli Stati Uniti, ma non si può negare che c’è ancora qualche dubbio, soprattutto nei circoli americani più scettici sul presunto cambiamento climatico. Ma su almeno una cosa tutti sono d’accordo: quando questo Papa parla, il mondo politico è costretto ad ascoltare, perché lui ha già dato prova convincente della sua capacità di incidere sui dibattiti e di cambiare la storia».
In Italia abbiamo letto critiche a Papa Francesco da parte di alcuni gruppi cattolici, oltre che repubblicani e tea party. Come mai queste critiche?
«Almeno sui media diciamo “laici”, Papa Francesco tipicamente viene visto come più progressista rispetto ai suoi predecessori. Nella società più politicamente polarizzata è inevitabile che questa percezione faccia nascere qualche reazione negativa. Direi che soprattutto dopo il Sinodo, la Chiesa statunitense si trova davanti la sfida di ritrovare la sua compattezza e unità».
Quale eco è arrivata in USA dell’ultimo Sinodo? Anche da voi la stampa ha contribuito a diffondere notizie diverse rispetto alle vere conclusione del documento finale del Sinodo?
«Ovviamente, come ha detto il Cardinale George Pell, il testo finale del Sinodo è in un certo senso un “documento di compromesso”, quindi non mi sembra tanto sorprendente che ci siano state letture diverse sui media. La mia impressione è che, per lo più, il Sinodo è visto in America come una conferma che su alcune tematiche difficile – per esempio, Comunione per i divorziati risposati – la Chiesa e i suoi vescovi sono ancora divisi, ma anche come un esempio di una istituzione in grado di confrontare queste divisioni onestamente e senza paura».
Allen, laureato in filosofia e con un master in studi religiosi, oltre ai libri sui Papi ha dedicato dei testi alla Chiesa. Per esempio ha scritto un libro sul conclave (Conclave: The Politics, Personalities, and Process of the Next Papal Election), un libro su tutti gli uomini del Papa (All the Pope’s Men: The Inside Story of How the Vatican Really Thinks), uno sull’Opus Dei (An Objective Look Behind the Myths and Reality of the Most Controversial Force in the Catholic Church) e altri sul futuro della Chiesa e le persecuzioni contro i cristiani (- The Future Church: How Ten Trends are Revolutionizing the Catholic Church; – The Catholic Church: What Everyone Needs to Know; – The Global War on Christians: Dispatches from the Front Lines of Anti-Christian Persecution).
Matteo Orlando