“Ci sono molti modi di aggredire valori e simboli cari ad una cultura e ad una tradizione secolare come quella cristiana, profondamente radicata nel sentire comune degli italiani, a prescindere di quanto siano praticanti. Non c’è bisogno di arrivare a gesti di violenza inaudita come i recenti attentati nello Sri Lanka, con la devastazione di persone innocenti riunite in chiesa per pregare; in Italia l’aggressione si snoda con categorie tutte culturali all’insegna della tolleranza e del rispetto delle idee degli altri, che potrebbero sentirsi turbati dai segni e simboli della fede cristiana. Il sindaco di Pieve di Cento, ad esempio, ha proposto di coprire con tendine amovibili, i simboli cristiani che appaiono in cimitero per non turbare la sensibilità di chi non è credente. Il progetto, secondo il sindaco prevede di montare un sistema di oscuramento motorizzato con teli di tessuto che consentano di coprire le immagini sacre per consentire la celebrazione di riti laici. Non è una fake news, vale la pena di sottolinearlo subito. Ma una di quelle aberrazioni sempre più diffuse per cui ciò che dà fastidio è il simbolo cristiano della fede, il valore della croce come immagine forte di speranza e di perdono e infine l’espressione più alta dell’amore: quella di chi dà la propria vita per gli altri. Fede, speranza e carità, essenziali nella visione cristiana della vita, che i cattolici hanno voluto legare indissolubilmente al mistero della morte, per accompagnare le persone care quando muoiono in un lungo itinerario di redenzione verso il cielo. Una vita oltre la vita per chi crede, una pia illusione per chi invece non crede: nessuna offesa per nessuno; nessuna provocazione; solo un segno di pietà popolare che la fede riempie di speranza. Ma il sindaco di Pieve di Cento sembra preoccupato del fatto che i non credenti possano sentirsi offesi dalla fede degli altri, dalla loro libertà di pensiero, dalla tradizione secolare di tombe più o meno artistiche, ma sempre segno di affetti familiari. E vuol dire basta; senza neppure chiedersi quanto potrebbe costare un sistema di oscuramento motorizzato con teli di tessuto che consentano di coprire le immagini sacre e soprattutto senza interrogarsi sulle effettive necessità dei suoi cittadini”, lo afferma la senatrice cattolica dell’Udc Paola Binetti.
La Binetti ha continuato dicendo: “Non credevo che questo dibattito fosse vero; ma è stato rilanciato in trasmissioni televisive con interventi di illustri esponenti Pd, che hanno voluto difendere e sostenere il sindaco di Pieve di cento, schierandosi, in nome della libertà dei non credenti, dalla parte opposte ai credenti, rei di andare al cimitero a pregare sulle tombe di famiglia, dove ci sono croci, molte croci, ma di dimensioni spesso minime, angeli a volte di dimensioni più vistose, immagini , sempre molto discrete della Madonna, e foto, tante foto dei defunti sepolti nelle loro tombe. Foto sacre alle persone che li amano; segni tangibili della convinzione che ci sia una vita che va oltre la morte, al punto che molti hanno scritto sulle lapidi: vita mutatur non tollitur… Il sindaco intende oscurare tutto questo per dar luogo a rituali laici, che è difficile immaginare in cosa possano consistere in un cimitero, se non in un gesto affettuoso di memoria verso chi si è amato quando era in vita, esattamente come fanno i cristiani!”.