Dall’11 al 15 luglio prossimi, a York, si terrà il Sinodo generale della Chiesa d’Inghilterra (Anglicana). Varie le tematiche che saranno approfondite. Tra quelle che faranno più rumore una serie di attività legislative sulle donne nell’Episcopato (con il tentativo di cancellare gli ultimi ostacoli che impediscono alle donne di diventare vescovi) e nuovi testi aggiuntivi per il Santo Battesimo con “l’utilizzo di un linguaggio accessibile per rendere tutto più facile e semplice per le famiglie che non hanno esperienza di chiesa”.
Dietro questa graziosa formula si nasconde il progetto di omettere la menzione del diavolo durante il rito del battesimo. Così nella nuova versione proposta verrà chiesto di professare di allontanarsi “dal peccato” e di “rigettare” un generico “male”.
Il Guardian ha riportato che “il battesimo semplificato che omette la menzione del diavolo” è stato indicato dalla maggioranza del clero che ha risposto così ad un test esteso a tutto il Regno Unito. La proposta di eliminare il riferimento al diavolo dal rituale ha ricevuto l’approvazione iniziale da parte della Camera dei Vescovi. Adesso tocca al Sinodo anglicano generale dare il suo responso. Se approvato, questi cambiamenti rivelano come la Chiesa d’Inghilterra sta perdendo, come scriveva già 60 anni fa T.S. Eliot, il “senso del peccato”.
Sempre in quegli anni il sociologo Philip Rieff aveva avvertito che “l’uomo psicologico sostituirà l’uomo cristiano”, con il mondo secolare dell’“uomo psicologico” che rifiuterà sia l’idea del peccato che il bisogno di salvezza.
C.S. Lewis, nelle sue satiriche Lettere di Berlicche, aveva scritto che la cosa più efficace che può fare il diavolo per portare le anime all’inferno è quello di convincere la gente che Satana non esiste nemmeno. Ricordiamo come, a differenza della Chiesa d’Inghilterra, che vuole “aiutare” le persone a dimenticarsi dell’esistenza del diavolo, Papa Francesco ha parlato spesso di Satana, citando anche il Vangelo e definendolo il “principe di questo mondo” e il “padre della menzogna”, e insegnando che i “frutti di Satana sono la distruzione, la divisione, l’odio e la calunnia”.
Ricordiamo che, nella Chiesa Cattolica, la rinuncia a Satana durante il rito del battesimo è attestato già (III secolo d.C.) da Tertulliano (nel De spectaculis 13,1) e dalla Traditio apostolica. A Gerusalemme il battezzando, rivolto a occidente, il regno delle tenebre, puntava il dito accusatore contro il demonio e, come ci descrive Cirillo di Gerusalemme nelle sue Catechesi mistagogiche, diceva: «Io rinuncio a te, Satana, tiranno malvagio e crudele, e a tutte le tue opere, e a tutte le tue pompe e a ogni tuo culto» (1,4). Fino al Concilio Vaticano II la rinuncia a Satana precedeva immediatamente l’unzione con l’olio dei catecumeni. Nel rito pubblicato dopo il Concilio Vaticano II si è unita la rinuncia a Satana alla professione di fede (l’originaria unica formula di rinuncia, fin dal VII secolo, era stata già articolata in tre distinte espressioni speculari alla triplice professione di fede che accompagnava le tre immersione, o infusioni, battesimali) ed è stata aggiunta una seconda formula più articolata di rinuncia.
Matteo Orlando