La Conferenza episcopale tedesca ha emesso un comunicato (vedi qui in tedesco) in cui assicura che l’informazione sul veto della Congregazione per la Dottrina della Fede è falsa rispetto al suo piano di concedere la comunione ai protestanti sposati con i cattolici. Allo stesso tempo, però, i vescovi tedeschi riconoscono di non aver inviato la loro proposta in Vaticano.
Nel comunicato è riportato che il cardinale Reinhard Marx, presidente della Conferenza episcopale, ha accettato di incontrarsi presso la Santa Sede con Papa Francesco per discutere la questione.
Il sito cattolico Kath.net era stato il primo a riferire la notizia del veto della Congregazione per la Dottrina della Fede all’iniziativa dei vescovi tedeschi di concedere la Sacra Comunione ai protestanti.
C’erano diverse “voci” in Vaticano sull’argomento, spiegano dalla KNA (agenzia di stampa ufficiale della Conferenza episcopale tedesca), e “più che un assoluto rifiuto della proposta di comunione dei protestanti, si dovrebbe cercare un rimedio per la situazione creata”. E “c’è il bisogno di discrezione”.
Come ha riconosciuto il Cardinale Marx, i sette vescovi tedeschi non avevano inviato a Roma il rapporto sulla proposta approvata dalla Conferenza episcopale tedesca.
Sembra che ci sia stato il desiderio dei sette vescovi tedeschi di scavalcare la Santa Sede per introdurre senza il via libera (ammesso che possa essere concesso) del Papa e della Congregazione della dottrina della fede.
Adesso, si spera, si farà chiarezza in Vaticano, con l’incontro del porporato tedesco con il Santo Padre, quando quest’ultimo rientrerà dalla visita pastorali nei luoghi di don Tonino Bello.
Nel comunicato della Conferenza episcopale tedesca si legge anche che il Cardinale Marx informerà il Consiglio permanente della Conferenza episcopale tedesca nella sua riunione ordinaria del 23 aprile 2018.
Il portavoce della Conferenza episcopale tedesca, Matthias Kopp, nel comunicato alla stampa, ha scritto che “più di tre quarti dei membri della Conferenza episcopale tedesca hanno approvato il documento come dispensa pastorale”.