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Oristano avrà un nuovo polo universitario della Scuola superiore per mediatori linguistici “San Domenico” di Roma. L’UniKoinè, corso di laurea triennale in Scienze della mediazione linguistia, unico nel suo genere in tutta la Sardegna, è stato presentato nei giorni scorsi e, come scrive l’ANSA, partirà con la formazione già dal prossimo autunno con l’anno accademico 2024-25.

Il corso punta alla formazione di una nuova classe di professionisti con una solida formazione culturale, di base e linguistica, in almeno due lingue straniere. Due gli indirizzi di specializzazione attivati: uno in Turismo archeologico e uno in Marketing per lo sviluppo del management agroalimentare.
Entrambi gli indirizzi sono pensati per favorire percorsi occupazionali inseriti nel tessuto socio-produttivo del territorio sardo.

A presiedere il nuovo polo universitario con sede a Oristano in via Cagliari 179, sarà il professor Andrea Oppo, aiutato da don Roberto Caria che ricopre l’incarico di vicepresidente e da Francesca Ferrazza, coordinatrice didattica. Unikoiné gode del patrocinio della Diocesi di Oristano, del distretto rurale del Giudicato di Arborea e dell’associazione culturale Tabità di Ghilarza.

“Si tratta di un progetto ambizioso, di una sfida che mettiamo sul piatto della crescita formativa dei nostri giovani, chiamati a essere classe dirigente di una terra che deve aprirsi sempre di più al Mediterraneo e al mondo”, ha affermato il presidente Oppo. “La scelta di Oristano come sede di UniKoinè non è stata casuale – ha aggiunto don Caria – Abbiamo pensato infatti a un punto centrale e facilmente raggiungibile dagli studenti provenienti dalle diverse aree della nostra Isola”.

La Fede Quotidiana ha intervistato il prof. Andrea Oppo, Presidente del Polo territoriale “Unikoiné” di Oristano (Sardegna) della SSML/Istituto di grado universitario “san Domenico” di Roma.

Cosa vi ha portato ad aprire un Polo territoriale della SSML/Istituto di grado universitario “san Domenico” di Roma ad Oristano?

Le ragioni di simili scelte spesso hanno un’origine casuale: un incontro tra amici o una serie di circostanze favorevoli. La verità è che al momento non esistono SSML in Sardegna e aprire questo polo al centro dell’Isola è un’occasione per tutti. E magari, trattandosi di una Università online, anche per i non residenti!

Che cosa vi aspettate da un corso di Laurea triennale in Scienza della Mediazione Linguistica?

Ci aspettiamo un rilancio dell’importanza delle lingue straniere per la società, per l’economia, ma anche per la storia personale di chi le studia. Io dico sempre: imparare un’altra lingua significa cambiare se stessi in modo radicale e, per certi versi, iniziare un’altra vita.

Quali indirizzi di studio sono stati attivati?

La mediazione linguistica, per come è intesa in modo particolare dalla SSML San Domenico di Roma, deve inserirsi nel tessuto culturale ed economico del territorio. In Sardegna, oltre alle spiagge e al bel mare, abbiamo un patrimonio archeologico preistorico incredibile e unico, e una micro-impresa agro-alimentare di eccellenza. Ecco, i due indirizzi scelti – turismo archeologico e management dell’agro-alimentare – vanno a implementare questi due ambiti con l’aspetto della mediazione linguistica.

Sono previste borse di studio per gli studenti?

Sì, abbiamo già diverse borse di studio messe a disposizione grazie alle varie partnership che abbiamo avviato con diversi settori o consorzi privati del territorio. Questa è certamente una buona notizia per gli studenti che vorranno iscriversi!

Quali ricadute si immagina per il territorio regionale e provinciale?

Gliene dico una, magari meno ovvia di altre: la creatività. Imparare le lingue significa anzitutto aprirsi a realtà differenti dalla nostra e portare nuove idee. Non mi aspetto che i nostri studenti siano dei traduttori o degli interpreti impeccabili, quanto che portino qualcosa di nuovo, qualcosa che neanche noi immaginiamo al momento per lo sviluppo del territorio e non solo. Con le lingue straniere si creano ponti. E i ponti fanno entrare delle novità che in una realtà chiusa in se stessa non si potrebbero mai avere.

Quale il futuro delle lingue con l’Intelligenza artificiale?

Se per competenza linguistica si intende la traduzione di un testo o l’interpretariato come pura tecnica allora le dico che gli strumenti informatici stanno già soppiantando gli esseri umani. I traduttori professionisti lo sanno molto bene: oggi ci sono software avanzati che lavorano già al livello di ottimi traduttori. E in un futuro prossimo avremo di sicuro degli strumenti tecnologici che sostituiranno interamente anche gli interpreti, diciamo così, “in carne e ossa”. Ma, come ho detto prima, la mediazione linguistica non è un fatto puramente tecnico: significa anzitutto stringere rapporti umani, creare impresa portando idee nuove, fare esperienze nuove, cambiare gli altri e noi stessi. E questi aspetti nessuna Intelligenza artificiale li può fare al nostro posto.

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