Monsignor Oscar Romero sarà il primo dottore della chiesa latino-americano? Il LANACC (cioè l’ufficio d’interessi Latino-Americana e del Nord America della chiesa) ha annunciato che durante la conferenza annuale “Romero Days” (una manifestazione che è organizzata da 30 anni e si terrà presso l’Università di Notre Dame dello stato americano dell’Indiana) che inizierà il 24 marzo con una Messa presieduta dal card. Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila, il padre Robert Pelton lancerà la proposta di nominare il martire salvadoregno “Dottore della Chiesa”. Romero è già stato beatificato da Papa Francesco e si attende nei prossimi mesi la sua canonizzazione. Tra la moltitudine dei santi riconosciuti ufficialmente dalla Chiesa attraverso i due millenni, solo in trentasei sono coloro che sono stati dichiarati “Dottore della Chiesa”, titolo riservato, solitamente, per i più eminenti maestri tra i santi, riconosciuti di eminens doctrina (conoscenza eminente), insignis vitae sanctitas (un alto grado di santità) e di Ecclesiae declaratio (l’annuncio della Chiesa). Far proclamare Romero “Dottore della Chiesa” non sarà una passeggiata per i promotori di tale iniziativa perché i processi per la dichiarazione di dottorato durano decenni e alcuni santi sono arrivati a tale titolo dopo secoli dalla loro canonizzazione. Inoltre fino ad ora nessun martire è stato incluso nella lista dei dottori, dal momento che l’Ufficio (preghiere per la festa) e la Messa sono per i Confessori (santi canonizzati da sue virtù e non per il martirio).
Il cardinale Oscar Andres Rodriguez Maradiaga aveva proposto Romero come “un Vescovo per il terzo millennio” mentre il suo collega Peter Turkson aveva direttamente collegato Romero alla parabola del “Buon Pastore”. Monsignor Vincenzo Paglia, postulatore della causa di beatificazione, aveva definito il martirio di monsignor Romero come “il compimento di una fede vissuta nella sua pienezza; quella fede che emerge con forza nei testi del Concilio Vaticano II”. Il cardinale Angelo Amato lo aveva definito “un vescovo saggio” mentre Papa Francesco lo ha descritto come un uomo saggio che ha agito “con scienza e prudenza”, un “nuovo Mosè”. Numerosi sono gli studiosi degli scritti e delle omelie di Romero (che durante la sua vita ha ricevuto i dottorati honoris causa dalle università di Georgetown e Lovanio) e i volumi che li riportano sono stati tradotti e pubblicati in diverse lingue.
Il Prof. Michael Lee, della Fordham University, ha spiegato che “nonostante Romero non fosse in possesso di un dottorato di ricerca e non lavorava in una università e mai ha pubblicato un libro o un articolo scientifico” tuttavia ha “lasciato una ricca eredità teologica”.
Matteo Orlando