Con Monsignor Filippo Santoro, Arcivescovo Metropolita di Taranto, affrontiamo il tema dell’ormai imminente referendum detto delle trivelle, in calendario per il prossimo 17 di aprile. Monsignor Santoro è uno di vescovi maggiormente preparati e sensibili ai problemi sociali ed ecologici nel nostro panorama, tenuto in alta considerazione nei Sacri Palazzi romani.
Eccellenza, che cosa pensa sul referendum delle trivelle?
“La nostra azione pastorale comporta il bene della persona, e quindi anche la difesa della vita e del territorio”. Soprattutto dopo la “Laudato si”, questo impegno “non può essere un optional. Le piattaforme petrolifere al largo delle coste pugliesi e molisane sono “un’ulteriore aggressione a una realtà già fragile” e vanno a “intaccare la vocazione legata al mare, al turismo, alla pesca, all’agricoltura e all’artigianato di un territorio già ferito. L’attenzione all’aspetto sociale ha portato i Vescovi a confrontarsi anche sulla questione ambientale e, in particolare, sulla tematica delle trivelle ‘ossia se consentire o meno agli impianti già esistenti entro la fascia costiera di continuare la coltivazione di petrolio e metano fino all’esaurimento del giacimento, anche oltre la scadenza della concessioni’ concordando circa l’importanza che essa sia dibattuta nelle comunità per favorirne una soluzione appropriata alla luce dell’enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco”.
Occorre andare a votare ?
“Il referendum contempla tre opzioni: votare sì, votare no, astenersi. Nella fattispecie non posso eludere dal mio ruolo di pastore di una terra martoriata, che ha pagato un prezzo altissimo all’industrializzazione del Paese. E il referendum del 17 aprile non chiede di interrompere del tutto l’estrazione di energie fossili, chiede che le licenze ancora esistenti entro le 12 miglia, ormai vietate da una legge dello Stato, non siano rilasciate a tempo indeterminato, ovvero sino all’esaurimento del giacimento. Abbiamo già visto a cosa ha portato lo sfruttamento delle risorse senza regole, non possiamo ripetere gli stessi errori, il mio invito è quello di andare a votare il 17 aprile “.
Che cosa significa il diritto di voto?
“I cittadini hanno a disposizione il voto come strumento di partecipazione democratica, fondamentale per far sentire le proprie ragioni. Se il voto è in crisi è perché, purtroppo e a ragione, spesso gli elettori hanno viste tradite le loro aspettative. è quanto mai urgente invertire questa tendenza che è pericolosa in quanto potrebbe aprire la porta a derive populiste “.
In relazione alla enciclica del Papa sul creato che cosa vuol dire difesa dello stesso e come lo si difende?
“Nella nota pastorale “Cristiani nel mondo, testimoni di speranza” (8 aprile 2012), i Vescovi di Puglia hanno affermato che il problema dello sviluppo del Mezzogiorno non ha solo un carattere economico, ma rimanda inevitabilmente a una dimensione più profonda, che è di carattere etico, culturale e antropologico: ogni riduzione economicistica si è rivelata e si rivelerà sbagliata e perdente, se non perfino dannosa. Rifiutare le scelte facili anche in questo campo costituisce una risposta forte alle esigenze di una “ecologia integrale” indispensabile per il nostro territorio e la nostra società “.
Quali son le priorità da tutelare in materia ecologica?
“Gli stili di vita che vedono una parte minoritaria sfruttare il pianeta Terra a scapito della gran parte dei suoi abitanti non è più sostenibile: i cambiamenti climatici vedono tra le loro conseguenze la fame, la mortalità infantile, le guerre. La logica del profitto a ogni costo ha dimostrato tutte le sue contraddizioni, non possiamo più fingere di non vedere. Le encicliche dei Papi ci avevano da tempo indicato la strada, Papa Francesco lo ha ribadito con forza nella Laudato Si’”.
Anche il vescovo di Manfredonia Castoro è per il sì…
“Le ferite della nostra terra sono già molte e non devono aumentare. Abbiamo a disposizione tecnologie in grado di sostituire nel tempo i combustibili fossili; la regione Puglia produce più energie da rinnovabili di quanto non sia il suo fabbisogno interno, solo per fare un esempio. Cambiare si può, non solo a parole, ma andando incontro a un cambiamento che non è solo desiderio di una parte minoritaria e marginale della popolazione e che chiama in causa i cattolici. Per questo ho invitato la mia diocesi a discutere nelle comunità la questione alla luce dell’enciclica “Laudato Si” come ci ha indicato la CEI e, lasciando ovviamente a ciascuno il giudizio personale, sostengo le ragioni del sì “.
Bruno Volpe