“Non possiamo escludere iniziative giudiziarie e legali contro il bando del San Camillo. In atto una ingiusta discriminazione.” Lo dice in questa intervista che ci ha rilasciato il professor Filippo Maria Boscia presidente nazionale dell’Associazione Medici Cattolici in merito al controverso bando di assunzione di due medici non obiettori al San Camillo di Roma.
Professor Boscia, qual è la sua valutazione sul bando?
” Molto negativa, un fatto che non ha assolutamente capo o coda. Una cosa simile avvenne tempo fa nella sanità del presidente Vendola nella mia Puglia e divenne motivo di controversia giudiziaria e dunque non possiamo affatto escludere, anzi la ritengo probabile, un’ azione legale o giudiziaria davanti al Tar del Lazio, vedremo”.
Quali i motivi che vi fanno insorgere?
” E’ stato fatto un bando che determina una assurda e odiosa discriminazione da un lato. Per l’ altro si colpisce il medico nella sua libertà e dignità. L’ obiezione di coscienza è un diritto non negoziabile che nessuno può cancellare per legge o bando di concorso. Il medico agisce in scienza e coscienza. Se un intervento va contro la sua coscienza, egli ha il sacrosanto diritto a non effettuarlo. Qui, al contrario, si pretende un medico che agisce solo in scienza, omettendo l’ aspetto coscienza”.
Lei parla di discriminazione, perchè?
” Perchè fare un bando che a priori esclude l’ obiettore è discriminatorio. In questo modo, oltrettutto, la Pubblica Amministrazione pone il coltello alla gola a chi cerca il primo lavoro, mettendolo nella condizione di accettare tutto, anche quello che urta la coscienza. O fai come diciamo noi o sei fuori e non lavori. Ti do un impiego solo se effettui il lavoro sporco. Non ho timore e a dire che questa è una legica molto simile ad una estorsione nei riguardi dei giovani medici disoccupati, un avvelenamento della coscienza. In Italia siamo al paradosso: l’ Unar finanzia associazioni gay accusate di favorire la prostituzione in un circolo e poi chiude gli occhi e non interviene davanti a questa clamorosa discriminazione”.
Che cosa dimostra questa vicenda del San Camillo?
” Ho detto e ripeto, che è sintomo di una pericolosa discriminazione per un verso, e per l’ altro del tentativo di annullare la libertà di coscienza del medico, lo stesso succede col disegno di legge sul fine vita. Inoltre, è la prova concreta del fallimento italiano della politica abortiva. Le donne non sono accompagnate in un momento tanto delicato e vengono lasciate sole. I consultori nella realtà non hanno avuto grande attuazione o messi nelle condizioni di operare. Da medico e credente, dico che questo è un bando che discrimina e offende il medico”.
Bruno Volpe