” La pandemia aumenta povertà e distanze sociali. Difficile prevedere il futuro. Il professor Giuseppe Di Taranto, docente ordinario di storia dell’economia e impresa alla Luiss Guido Carli di Roma parla a tutto campo di economia e pandemia.
Professor Di Taranto. Il rapporto Censis sostiene che la pandemia ha accentuato le differenze tra poveri e ricchi…
” La pandemia è corresponsabile di questo processo. Aggiungo che sono aumentati i risparmi bancari che ammontano ad un tesoretto di 80 miliardi. Significa che i soldi ci sono, ma la gente ha paura di spendere per l’incertezza sul futuro da un lato e per altro verso per la povertà crescente”.
Quali i settori maggiormente colpiti?
” Autonomi e terziario, settori nei quali tanti hanno perso il lavoro e penso alla ristorazione, al turismo, alberghiero, commercio, specie piccolo. I ceti medi e questa è una novità, si vanno impoverendo e vediamo alle mense Caritas gente che prima neppure pensavamo di notare”.
Insomma girano meno soldi..
” La situazione è questa. Si spende meno come le dicevo sia per l’impoverimento di molti, che per l’ incertezza. Se la situazione è incerta la tendenza è a non spendere e mettere da parte”.
Quando finirà questa crisi?
” Fare previsioni è azzardato e non ha senso. In poche parole la crisi non è legata a ragioni economiche, ma al virus. E allora credo che una parola decisiva si dirà quando cesserà la pandemia”.
Dottrina sociale della Chiesa, può essere una risposta?
” Solidarietà e sussidiarietà sono pilastri portanti e credo che la dottrina sociale della Chiesa sia una buona risposta. In quanto alla solidarietà abbiamo visto recentemente che in Europa ve ne è poca. In quanto alla povertà, il recente rapporto Caritas parla chiaro. Tuttavia va detto che il volontariato cattolico, il terzo settore, riesce a supplire in modo lodevole alle lacune del pubblico”.
Bruno Volpe