La proposta dello status di prelatura personale sembra essere la migliore opzione per l’unità, e passi in tal senso sono già stati fatti per renderla realtà. È questa l’attuale situazione relativa ai rapporti tra la FSSPX (Fraternità San Pio X) e il Vaticano. Monsignor Bernard Fellay, capo della Fraternità San Pio X, in un’intervista rilasciata alla rivista spagnola Vida Nueva ha dichiarato che “le autorità romane considerano la prelatura personale la struttura canonica che meglio rispecchia la nostra situazione reale”.
E in merito alla FSSPX ha detto: “riteniamo che la prelatura personale è il regime più adatto per la fraternità nelle attuali circostanze”. Attualmente nella Chiesa Cattolica l’unica prelatura personale esistente è quella dell’Opus Dei. Adesso potrebbe aggiungersi la Fraternità fondata da monsignor Lefebvre. Attualmente la fraternità è guidata da Bernard Fellay, svizzero, uno dei quattro sacerdoti ordinati vescovi da Lefebvre nel 1988 a cui il 21 gennaio 2009 è stata revocata la scomunica.
Il 31 agosto 2015 Papa Francesco aveva concesso, durante il Giubileo straordinario della misericordia, la possibilità di confessarsi dai sacerdoti appartenenti alla Fraternità, aprendo quindi un ulteriore sbocco per la riconciliazione. In un’intervista con Vida Nueva rilasciata simultaneamente a quello del vescovo Fellay, l’arcivescovo Guido Pozzo, responsabile dell’Ecclesia Dei (l’ufficio vaticano responsabile dei colloqui dottrinali con la Fraternità San Pio X), ha detto che sarà fatto un esame profondo sulla nuova possibile prelatura e, dopo, un progetto delle costituzioni sarà presentato al Santo Padre. Monsignor Pozzo ha spiegato che “la condizione necessaria per il riconoscimento canonico è l’aderenza ai contenuti della dichiarazione dottrinale che la Santa Sede ha presentato alla Fraternità San Pio X”.
Matteo Orlando