Doppio intervento… calcistico da parte di due vescovi. Ad intervenire sul mondo del calcio sono stati mons. Patrick Joseph McKinney, vescovo di Nottingham (in merito alla conquista del campionato inglese di calcio da parte del Leicester, piccola realtà agonistica rispetto ai ricchissimi e blasonati club inglesi, che, allenati dall’italiano Claudio Ranieri, ha conquistato la Premier League) e mons. Domenico Graziani, Arcivescovo di Crotone e Santa Severina (in merito alla storica promozione della squadra del Crotone calcio in serie A).
Mons. McKinney dice: «spero e prego che si possa costruire qualcosa di solido su questa vittoria. È una bellissima storia, ma sarebbe un peccato se fosse solo una storia stagionale. Penso, voglio credere e voglio pregare, che possano costruire qualcosa grazie a questo e avere successo per molti anni a venire».
Mons. Domenico Graziani, invece, parla del Crotone calcio, soprannominata quest’anno “il piccolo Leicester, come di «una squadra fatta da gente giovane, che è arrivata qui senza grosse pretese. Una società che non poteva neanche contare su chissà quali finanziamenti o su quali risorse. Ma il coraggio dell’allenatore e il coraggio dei giovani in cerca di affermazione hanno determinato questa reazione, che è stata come una bella boccata di ossigeno che ti arriva nei polmoni, che ti fa guardare la vita con occhi diversi e ti dà anche la capacità di prospettare cammini più gioiosi. […] Le potenzialità di Crotone sono moltissime da un punto di vista naturalistico da un punto di vista della bellezza, da un punto di vista del clima, da un punto di vista delle risorse. Quello che manca, qui a Crotone, è immaginare uno slancio più deciso. Bisogna dare alla società il contributo necessario perché questa torni a rigustare la luce».
Sollecitato da Radio Vaticana ad una riflessione sulla lotta contro la ‘ndrangheta che è una piaga che mina la realtà crotonese e anche quella della Calabria, l’arcivescovo ha invitato a riscoprire «quanto sia forte la luce nei confronti delle tenebre. C’è un vizio che a volte potrebbe essere anche coltivato strumentalmente e con fini precisi: quello di esaltare il male, in maniera tale da tarpare le ali e da costruire su questo incantesimo del male la propria irresponsabile passività».
Maria Rocca