Monsignor Valentino Miserachs Grau è un grande musicista e soprattutto esperto di musica sacra e liturgica, maestro della Cappella Libeariana nella Basilica Santa Maria Maggiore di Roma ed ha presieduto il Pontificio Istituto di Musica Sacra. Con lui, la Fede Quotidiana parla della qualità della musica liturgica nelle nostre chiese .
Monsignor Miserachs, secondo lei ascoltiamo in chiesa un buon “prodotto” ?
” Non mi piace fare delle generalizzazioni, perchè non è il caso. Tuttava, dico che spesso spacciano per liturgica qualla che tale non è. Di più. Credo che alcune volte si arrivi a suonare canzonette, inadatte sia nella musica che nei testi. Eppure il patrimonio della musica liturgica è smisurato”.
Da che cosa dipende questo?
” I fattori sono sicuramente molti. Uno di questi, non il solo, è il volontariato che va bene per l’ assistenza sociale, non per la musica. Mi spiego. Nelle parrocchie, per comprensibili motivi di bilancio, si lascia campo libero ai volontari nella esecuzione e escelta delle musiche e questo inevitabilmente comporta dei rischi di scadimento o spontaneismo. Credo che occorra una mano esperta, un professionista almeno nel dare lezioni ed avviare bene”.
Solo questo il problema?
“No. Un altro aspetto è quello di un clima liturgico, perchè musica e liturgia camminano di pari passo, molto rilassato verso il basso, figlio di un certo pauperismo che va di moda. Oggi ci vuole molta fede per mandare giù certe cose e alcune celebrazioni. La messa è cattolica in quanto universale e al contrario assistiamo a varie messe con cori e canti di varie etnie e luoghi. Siamo davanti alla conseguenza e anche ai problemi di quella che si chiama inculturazione, figlia dello spirito del Concilio Vaticano II. Intendiamoci, la colpa non è del Concilio, ma di interpretazioni errate che ne sono derivate. Il Vaticano II sulla liturgia è molto chiaro e netto”.
Lei parla di canzonette, per quale motivo?
” Perchè sia i testi musicali che le parole sono assimilabili a canzonette. Lo scopo è quello del piacere, del gradimento che appunto rende il tutto simile a canzonette. In quella ottica l’ importante non è la qualità, quanto la ricerca dell’ attrazione e del consenso, ma non siamo al circo. Il risultato, è lo smarrimento progressivo del senso del sacro e così accade che non solo non si attirano i giovani, ma si perdono i fedeli legati alla tradizione e quelli che a messa andavano da tempo. Non si assicura un buon servizio quando si cerca di annacquare in qualunque campo la verità e la musica per attirare consensi”.
Gli applausi?
” Una cosa molto sbagliata. Ora vanno di moda al funerale, al matrimonio e così via in tante occasioni. Si dice che servano per allietare come fossimo in sede mondana. Siamo alla messa va ricordato, non alla osteria. Come dico di no agli applausi, lo stesso valga per batteria, chitarra e altri strumenti durante le celebrazioni liturgiche. Andrebbe al contrario incentivato l’ uso dell’ organo”.
Esiste una sciatteria liturgica oggi?
” Le ripeto che generalizzare non serve e non è corretto. Certo, alcune liturgie sciatte dipendono dal fatto che talvolta si ha una visione del sacro ridotta, che limita la dimensione verticale a vantaggio di quella orizzzontale o sociale”.
Bruno Volpe
Vorrei porre un quesito……da tempo nn é più consentito suonare e men che mai cantare le tre famose Ave Maria….nella fattispecie Caccini , Gounot ,Schubert durante le funzioni religiose . Amerei conoscere la Vs opinione in merito e possibilmente le motivazioni che hanno portato a questa decisione. Grazie
Facile, non fanno parte del repertorio liturgico. Sono state scritte per altri ambiti.
Questo è scritto!! Vergogna!!
SALMO 97
Il Signore trionfa
1Il Signore regna, esulti la terra,
gioiscano le isole tutte.
2Nubi e tenebre lo avvolgono,
giustizia e diritto sono la base del suo trono.
3Davanti a lui cammina il fuoco
e brucia tutt’intorno i suoi nemici.
4Le sue folgori rischiarano il mondo:
vede e sussulta la terra.
5I monti fondono come cera davanti al Signore,
davanti al Signore di tutta la terra.
6I cieli annunziano la sua giustizia
e tutti i popoli contemplano la sua gloria.
7Siano confusi tutti gli adoratori di statue
e chi si gloria dei propri idoli.
Si prostrino a lui tutti gli dèi!
8Ascolta Sion e ne gioisce,
esultano le città di Giuda
per i tuoi giudizi, Signore.
9Perché tu sei, Signore,
l’Altissimo su tutta la terra,
tu sei eccelso sopra tutti gli dèi.
10Odiate il male, voi che amate il Signore:
lui che custodisce la vita dei suoi fedeli
li strapperà dalle mani degli empi.
11Una luce si è levata per il giusto,
gioia per i retti di cuore.
12Rallegratevi, giusti, nel Signore,
rendete grazie al suo santo nome.
Sono pienamente d’accordo con Monsignor Miserachs, ma purtroppo oggi in molti non la pensano così!
Da più di vent’anni faccio parte di un coro amatoriale che ha come scopo di studiare e diffondere la musica sacra, dal Gregoriano fino ai nostri giorni e, grazie al nostro Direttore che ritengo un musicista (e organista) di grandissima cultura e sensibilità musicale, abbiamo raggiunto dei livelli di altissima qualità.
Purtroppo nella Basilica che ci ha ospitato in tutti questi anni, nel cuore di Roma e molto frequentata da turisti di tutto il mondo, è subentrato un parroco che ritiene la musica sacra, in special modo quella in latino, “roba da borghesi chic” e ci costringe a cantare a messa quelle che nell’intervista vengono definite giustamente canzonette, per altro distribuite solo prima della messa, con il solo testo e senza la partitura musicale!
Ancora non ci permette di fare concerti di musica sacra accompagnati da orchestra in quanto, dovendo attraverso sponsor o finanziamenti pubblici pagare i musicisti strumentali, sostiene che facciamo “i mercanti” in chiesa.
Insomma sta operando una vera azione di stalking al punto da averci costretto, lo scorso Natale, a non eseguire il tradizionale concerto Natalizo che abbiamo eseguito in un’altra chiesa del centro. per inciso in quell’occasione abbiamo raccolto offerte per più di duemila euro pro terremotati e pro Caritas!
EVVIVA LA SCIATTERIA ED IL DECADENTISMO CULTURALE!
Per quel che vale, vorrei esprimere la mia opinione. Che nella chiesa circolino canzonette, dove la qualità sia nelle musiche che nei testi è davvero bassissima, è pura realtà. D’altra parte anche dalle autorità ecclesiastiche si insiste perché il popolo canti durante le celebrazioni. Così i cori spariscono, ovviamente. Restano gruppetti “volontari” che intonano i brani che dovrebbero essere cantati dall’assemblea. Ma l’esperienza che ho dalle mie parti mi dice che ormai cantano in pochissimi.
Io non demonizzerei le chitarre, se suonate bene. Perché? Purtroppo sono i brani che sono scarsi, non gli strumenti. Sul versante della tradizione, avrei molto da dire. Il gregoriano è bello quando è cantato da gente preparata e che capisce il latino. Di solito, però, diventa una melodia trascinata, senza alcun rispetto per i fondamentali del genere, infarcita di errori lessicali. Una bruttura. Il patrimonio immenso viene trascurato, poi, perché si è voluto, come ho detto sopra, che la musica fosse appannaggio del popolo, escludendo quindi la polifonia. Ci sono stati dei tentativi, dopo il Concilio, per mettere d’accordo le due cose, con il coro che cantava polifonicamente le strofe e il popolo che rispondeva con ritornelli monodici. Ma un coro ha anche bisogno umanamente di soddisfazioni, deve potersi esibire anche in modo più esteso, anche solo per giustificare lo sforzo continuato di prove su prove. Altrimenti, perché passare le serate a provare per poi esaurire la sua partecipazione in 5 minuti? E’ umanamente poco gratificante. Anch’io odio gli applausi, ma come era bello, a fine messa, trovare i parrocchiani in navata che aspettavano i coristi per fare loro i complimenti! Se c’è un buon organista ed un direttore preparato, perché non tornare a “rifare” anche solo Perosi? La solennità del rito ne guadagnerebbe assai. Il popolo: ormai è immerso quotidianamente da musica di intrattenimento ed il gusto, in questo guazzabuglio di generi e di sonorità, è andato scemando. E sono per lo più musiche di origine anglosassone. Il testo non si capisce. La Chiesa deve dare impulso alla musica sacra, anche solo non vietandone l’esecuzione, ma lasciando libertà di scelta in base alle capacità. Un’ultima riflessione: il canto è un’espressione culturale. Ogni popolo ha la sua ed ha diritto di esprimere la propria religiosità con la propria tradizione culturale. Non mi sembra coerente pretendere che in Africa si canti in gregoriano. COme ritengo ormai inevitabile che i giovani, se ancora vogliamo che vadano in chiesa, possano esprimersi, in momenti a loro riservati, con le loro modalità, musiche e strumenti. A patto che il livello di musica e testo sia coerente con la sacralità del momento.
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Osteria in chiesa?
Direi balera, dove c’è solo uno schittarrio con canzonette che stanno all’arte dei suoni come una foca sta al volo planato. del reesto come si può spiegare a certi deficienti di preti (con la vocazione dello scappato di casa) che la musica è il linguaggio preferito da Dio?
La musica in chiesa dovrebbe essere afidata a professionisti seriu provenienti dallo studio classico di conservatorio, oppure un giorno farete celebrare la messa a chi ha fatto solo il catechismo senza nemmeno mai essere entrato in un seminario.
Come si fa a spiegare questa cosa alle nuove vocazioni degli scappati di casa?