Emergenza economica legata alla vita del virus. Utile la dottrina sociale della Chiesa. Sono i punti centrali in questa intervista che ci ha rilasciato il dottor Antonio Fazio, Governatore emerito della Banca di Italia.
Governatore Fazio. Pandemia-economia. Che legame ed effetti ci sono?
“ I legami e nessi sono stretti ed anche evidenti. Il virus e la sua diffusione influiscono negativamente sull’economia non solo Italiana, ma del mondo globalizzato. La gran parte dei sistemi economici sono infatti in crisi e penso che ne verremo fuori solo quando debelleremo il virus. In sostanza questa è una crisi atipica, non è strettamente finanziaria, ma sanitaria, legata al contagio”.
Che fare?
“ Proprio per facilitare un veloce ritorno alla normalità, ma ci vorrà del tempo, è opportuno rispettare fedelmente le norme di sanità, limitare gli assembramenti e favorire le vaccinazioni”.
I decreti ristori del Governo, che dire?
“Per principio, visto il mio ruolo istituzionale ricoperto non entro nel merito con valutazioni che possono riguardare la politica. Mi limito ad affermare che è bene ed anzi opportuno aiutare la fasce più deboli, maggiormente colpite e parlo di piccole imprese, partite Iva. Hanno bisogno di sostegno”.
Teme che sino alla fine della pandemia molte piccole imprese potranno chiudere?
“ E’ una possibilità verosimile e mi auguro vivamente di no per i contraccolpi sociali che potrebbero arrivare. Se è vero che un governo saggio deve badare alla salute, è altretttanto vero che ha il dovere di salvaguardare la tenuta economica, contemperando salute ed economia. Penso però che alla fine del contagio ci sarà uno scatto in avanti del pil”.
Una delle accuse fatte al Governo è la lentezza o farraginosità nei sussidi economici..
“ Non entro nel ,erito”.
Occorre valorizzare e tenere in conto la dottrina sociale della Chiesa?
“ Certo e non lo dico solo da credente. E’ auspicabile e persino necessaria una equa distribuzione delle ricchezze evitando con politiche espansive e solidali che si allargino ulteriormente le distanze tra stati ricchi e poveri, tra classi disagiate e non. La pandemia può allargare questo divario già presente prima”.
Bruno Volpe