In Italia, di fatto, è stata ammessa la pratica dell’ eutanasia. E’ quanto sostiene, in un eccellente volume dal titolo: “Licenza di uccidere, la legalizzazione dell’eutanasia” (ed: Esd), il dottor Giacomo Rocchi, alto Magistrato presso la Cassazione, del Centro Studi Rosario Livatino. Con grande lucidità, il Magistrato analizza la legge 219 del 2017 sulle Dat e fine vita, pervenendo alla conclusione che, di fatto, nel nostro ordinamento giuridico è stata introdotta l’eutanasia, sia pur mascherata. E’ un libro scritto davvero molto bene, non ostico e non riservato solo agli addetti ai lavori, documentato con ricchezza, commentato adeguatamente. In poche parole, l’ Autore arriva alla conclusione che la legge 219 del 2017 inevitabilmente porta all’ uccisione di gente che non ha chiesto di morire. Non è un volume di filosofia e tanto meno teologia, ma solo una rigorosa e chiara spiegazione tecnica di quello che in realtà accade in base alla normativa vigente. Una normativa che risente della spinta universale verso l’ eutanasia, una deriva contro la sacralità della vita umana. Abbiamo intervistato il dottor Giacomo Rocchi.
Dottor Rocchi, perchè quel titolo?
” Fa riferimento ad un film di 007, come ricorderete. Ci ho voluto scherzare su, ma la situazione non è allegra. Penso ,legge alla mano, che il contenuto della normativa sulle dat e sul consenso informato in realtà prevede il via libera all’ uccisione del paziente e a ben guardare obbedisce ad una deriva verso l’eutanasia. Anzi, l’ eutanasia è già entrata”.
Che tipo di legge è?
” Molto ingiusta,segue quella che il Papa definisce cultura dello scarto. E’ una delle ultime leggi scritte dal precedente Parlamento, in fretta e furia”.
Che cosa racconta?
” Parlo di fatti concreti e penso ai casi Welby o Eluana Englaro gente che ci è capitata. Ritengo che una firma apposta su un modulo venti anni prima, quando si è in ottima salute, non ha senso tanto tempo dopo, magari in situazione diversa e davanti ad un medico sconosciuto”.
La Chiesa italiana poteva fare di più?
” Il via libera è stato deciso quando presidente della Cei era il cardinal Bagnasco del quale capisco la buona fede ed anche la prudenza. Ma forse era necessaria maggior energia”.
Che libro è il suo?
” Di analisi, di un giurista che deve e vuole scrivere in modo piano e comprensibile”.
Bruno Volpe