di Paola Liberotti
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E’ stata dichiarata venerabile, fra gli altri, dopo un iter durato diversi anni, Lorena D’Alessandro, giovanissima catechista romana che ha trascorso tutta la sua breve ma intensa vita nella Parrocchia di “Nostra Signora di Czestochowa”, tenuta all’epoca dai padri Benedettini Silvestrini, nel quartiere de La Rustica (zona Roma Est).
Primogenita di tre figli, Lorena D’Alessandro a soli 10 anni viene ricoverata al Policlinico Gemelli, dove subisce un trapianto osseo a causa di un tumore alla gamba sinistra. Due anni dopo, i medici si accorgono che il tumore si sta riformando: le viene amputata la gamba, al suo posto avrà una protesi che porterà con molto coraggio e una certa disinvoltura. Studentessa al liceo classico, Lorena canta nell’animazione della Santa Messa e fa la catechista nella sua parrocchia alla Rustica; entra anche a far parte di un gruppo del Rinnovamento nello Spirito Santo. Nel gennaio 1981, le viene diagnosticato un tumore al polmone sinistro con metastasi diffuse, che la porterà alla morte in tre mesi appena. L’8 aprile 2003 si era conclusa, presso il Vicariato di Roma, la fase diocesana della sua causa di Beatificazione.
«Non voglio fiori al mio funerale – si legge nel suo testamento spirituale –, i soldi che devono essere così inutilmente spesi siano inviati come aiuto alle missioni dei padri Benedettini Silvestrini. Non piangete, ma gioite per me, perché finalmente, se il Signore mi riterrà degna, potrò partecipare alla gioia eterna. Lascio i poveri del mondo, lascio chi soffre nello spirito e nel corpo, alle preghiere di tutti».
La commozione generale e un sentimento di pura gioia riempie i cuori di tutti coloro che l’hanno conosciuta in vita, nonché di chi, frequentando tuttora la Parrocchia di “Nostra Signora di Czestochowa” in età ormai adulta, non potrà mai dimenticare la sua Fede incrollabile e il suo esemplare abbandono alla Volontà di Dio.