«Respingiamo al mittente le accuse ricevute dai deputati del M5S Antonio Caso e Gilda Sportiello, che hanno definito il mondo pro life oscurantista e anti-diritti, durante la bagarre che si è creata in Aula alla Camera nella discussione sul caso dell’Università di Sassari, dove si tiene un corso su “Teorie di Genere e Queer”, che va immediatamente bloccato come ha chiesto il deputato Rossano Sasso, proprio perché propaganda un’ideologia contraria alla biologia, appunto quella gender, tra l’altro con l’uso di libri di autori di dubbia moralità. Oscurantista e contrario ai diritti – di bambini e famiglie – è invece solo chi continua a negare l’esistenza di una folle teoria gender, che è l’unica e vera interferenza oggi presente nelle nostre scuole e università con centinaia di progetti Lgbt, che promuovono la fluidità di genere e la più disordinata promiscuità sessuale, e con l’illegale e pericolosa Carriera Alias che mette a rischio la salute psico fisica di giovani e bambini».
Così Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia onlus.
«È inconcepibile che un’università statale come quella di Sassari, dunque finanziata con i soldi dei contribuenti, abbia un corso su “Teorie di Genere e Queer”, come quello tenuto dal professor Federico Zappino, filosofo di estrema sinistra, che non maschera di essere un attivista Lgbtqia+ e che ha tra l’altro ammesso – difendendola – l’esistenza della teoria gender all’interno di università e scuole. Ancor più grave è che tra i libri da acquistare per prepararsi all’esame vengano indicati non solo alcuni testi dello stesso Zappino ma anche di Mario Mieli, uno dei “padri” del movimento Lgbt italiano che nei suoi scritti esalta la pedofilia e scrive “Possiamo amare i bambini, possiamo fare l’amore con loro”». Chiediamo al Ministro Anna Maria Bernini un accertamento sulla scientificità di questo corso: dopo questo caso e quello dell’Università di Roma Tre con il “laboratorio per bambini trans” è ora di bloccare la deriva gender che vuole trasformare gli Atenei italiani in campi di sperimentazione sociale di massa», ha ricordato Antonio Brandi.