Il cantante americano Brian Warner, che si fa chiamare con il nome d’arte femminile “Marilyn” e il cognome d’arte “Manson” (quello di un noto serial killer americano morto pochi giorni fa) sarà ospite di una puntata di “Music”, lo show di Canale 5 presentato da Paolo Bonolis.
Questo annuncio ha scatenato varie polemiche sul web per tutto quello che lo strimpellatore dell’Ohio e distruttore di Bibbie in pubblico rappresenta (è accusato su vari siti internet d’essere stato anche “reverendo” dei “satanisti razionalisti” della Chiesa di Satana californiana, fondata da Anton LaVey).
Filippo Savarese, portavoce di Generazione Famiglia, ha scritto su Facebook: «Paolo Bonolis si aspetta polemiche per la presenza di Marilyn Manson alla prima imminente del suo nuovo programma, perché, dice, “siamo in un Paese cattolico”. Paolo, dai, non ci prendiamo per il culo. Non fare il finto anticonformista. Non fare la parte dell’eretico che con coraggio sventola il cantante diabolico in faccia al pubblico ortodosso. Lo sai benissimo che non è così. Lo sai benissimo che al pubblico italiano, che cattolico non è (più), di Marilyn Manson non gliene può fregar di meno. La maggior parte non sa nemmeno chi sia. L’avete invitato sperando in un po’ di caciara che gli dia un senso, perché ormai non siete più in grado di fare spettacolo, di “fare televisione”. Di far qualcosa di semplicemente bello. Senza la polemica previa che dia un senso al prodotto, il prodotto in sé è zero spaccato. Quale razza di contributo artistico o culturale può mai dare Manson (che, tanto per ricordarlo, adotta il nome dell’omonimo, spietato omicida americano recentemente deceduto)? Nessuno. Vi serviva il nome forte, scandaloso. Ma oggi come oggi, tremendamente banale. In queste ore in diversi mi hanno scritto chiedendo una petizione di CitizenGO contro questa presenza a Mediaset. Ci abbiamo pensato, ma vuoi per altre campagne in calendario, vuoi per il troppo poco tempo a disposizione, vuoi perché Mediaset non è pagata dal contribuente, abbiamo pensato di soprassedere. Creare la polemica, quando i produttori del programma non cercano altro, in questo caso è un boomerang. Il clamore aumenterebbe solo l’audience e il ritorno economico pubblicitario. Volete influenzare la TV, e in generale il mercato? Ignorate, e fate scelte diverse da quelle sgradite. Come nelle fiabe, a volte, mostriciattoli che vivono delle paure dei personaggi si sconfiggono ignorandoli del tutto. C’è un Paese reale – cattolico o non cattolico che sia – che vive di problemi reali. Non sta a pensare a chi ingrosserà o no i compensi del buon Bonolis, che resta uno dei più simpatici e arguti presentatori di sempre. Quanto ai più giovani, se pensiamo che si facciano ancora influenzare da una prima serata televisiva, ci inganniamo di brutto. Quel che passa in TV non conta più nulla con l’avvento dello smartphone onniconnesso (se non esiste la parola, calo il copyright). Marilyn Manson (se vogliamo simbolicamente prenderlo ad esempio di qualcosa di assai sgradevole con cui educare un adolescente) è già in tutte le tasche dei vostri figli. A tutte le ore del giorno e della notte. Quindi, a tutti quelli che mi stanno scrivendo dico: sì, sono d’accordo, è una scelta perdente. Per questo aggiungo, lasciamoli perdere».
La nota scrittrice e giornalista Rai Costanza Miriano ha rilanciato: «Che ridere, Bonolis invita Marilyn Manson sperando nelle polemiche perché “siamo in un paese cattolico”!: 1) Magari fossimo cattolici; 2) Manson sarebbe anticonformista? Ma che noia che barba che vecchiume; 3) “C’è un solo avventuriero al mondo, e ciò si vede soprattutto nel mondo moderno: è il padre di famiglia” (Charles Peguy); 4) I veri cattolici, come sua zia Adele Bonolis che ha dato la vita per restituire dignità alle prostitute, non si scandalizzano proprio di niente perché sanno che ogni uomo è un abisso. E’ per questo che credono in Dio».
Il coraggioso Vescovo di Verona, monsignor Giuseppe Zenti recentemente aveva fatto sentire la sua voce prima di uno degli ultimi show italiani di Manson, definendolo «demente ancor prima che sacrilego» e il suo concerto «un atto di barbarie», qualcosa contro cui «dovrebbero insorgere tutti i cristiani».
Sul web in molti riflettono sul fatto che Manson non sia «un’artista, ma un personaggio-spettacolo che muove un notevole giro d’affari, alimentato da individui sempre più avidi di bizzarrie e stranezze. Questi accorrono ai suoi concerti condizionati da massaggi che prescindono dalla cultura e dalla morale». E si chiedono (e chiedono a Mediaset, a Berlusconi e a Bonolis): «Tutto questo va accettato o combattuto? La vera arte dovrebbe contribuire a migliorare l’uomo e il mondo perché favorisce la riflessione su se stessi e quella che i Greci chiamavano catarsi, purificazione. I comportamenti di Manson alimentano la marea del degrado culturale, soprattutto nei più giovani».
Grazie per darci una sana informazione e distinguere in questa giungla di incoerenza.