Mario Adinolfi, direttore de “La Croce” e fondatore assieme a Gianfranco Amato del Popolo della Famiglia “azzanna” Nichi Vendola e assolve la Chiesa cattolica sulla Cirinnà. Lo abbiamo intervistato.
Adinolfi, sui giornali italiani è comparsa la foto di Nichi Vendola al mare con figlioletto Tobia, come commenta?
” Tobia merita il massimo rispetto, perché non solo non ha alcuna colpa, ma addirittura è vittima di una situazione incresciosa. Dunque, va difeso, protetto e per quanto possibile, bisogna pregare per lui”.
E la foto?
” Siamo davanti ad un cattivo uso strumentale del bimbo come fosse una opera di marketing e bisognerebbe vergognarsi di questo. Prendo atto che oggi il proletario Vendola è come un Briatore qualsiasi sulle riviste di gossip. Pur di promuovere le sue idee sulla maternità surrogata accetta tutto, anche che una rivista pubblichi la sua foto col bambino senza colpo ferire. Quel bimbo avrebbe il diritto a sapere chi è sua madre maturale e si troverà invece due papà”.
Eppure Vendola, con compagno e figlio, è tornato senza problemi alla sua Terlizzi..
” Mi sconcerta. Io non auguro il male a nessuno e tanto meno il carcere e non lo faccio adesso. Però Vendola andava fermato all’ aeroporto quando è rientrato in Italia. Se io compero all’ estero un computer e lo introduco qui alla dogana, mi chiedono la fattura. Significa che per noi un bimbo vale meno di una laptop. Insomma, si importa una creatura e nessuno ti domanda come, perchè e da dove arrivi. Bisognava fermarlo , accertare e valutare l’ esistenza di un possibile reato”.
Intanto Tobia è a Terlizzi…
” Spero che si trovi bene e non lo dico con ironia. Per l’ interesse del bimbo dovrebbe agire tutta la comunità e spero che anche a Terlizzi esista un giudice per i minori in grado di valutare che cosa sta accadendo e se tutto è secondo legge. Ma ne dubito”.
Legge Cirinnà. L’ onorevole Roccella ha detto che con Ratzinger le cose sarebbero andate diversamente…
” Dissento. Indubbiamente i nostri vescovi avrebbero potuto fare di meglio e alzare di più la voce, tuttavia ritengo che questo sia compito principale dei laici e la prova si è avuta col successo del Family Day. Noi non possiamo delegare sempre e tutto alla Chiesa. Nel caso di specie il vero problema non sono stati Papa e vescovi, ma i cosiddetti politici cattolici nel Parlamento. La loro risposta, o almeno della gran parte, è stata troppo blanda o inesistente e la Cirinnà porta la firma di tre cattolici, Renzi, Mattarella e Alfano. Cercare sempre responsabilità nella Chiesa e magari negare quelle dei politici di area cattolica, non solo non è corretto, ma è anche inesatto”.
Bruno Volpe