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Mary McAleese, ex presidente irlandese, bandiera dell’aborto, delle nozze gay e dell’ordinazione delle donne, ha detto all’Irish Times che il battesimo dei bambini è una forma di coercizione e invita la Chiesa a cambiare la sua pratica.

“Non puoi davvero imporre obblighi a persone che hanno solo due settimane di vita, e non puoi deciderlo a 7 o 8, a 14 o a 19 anni”. I bambini battezzati nella Chiesa cattolica sono “giovani coscritti che sono tenuti a obblighi di obbedienza per tutta la vita”, secondo l’ex presidente Mary McAleese.

McAleese, presidente dell’Irlanda dal 1997 al 2011, è studente all’Università Gregoriana di Roma e sta conseguendo un dottorato in diritto canonico. E la sua tesi di dottorato critica proprio le pratiche cattoliche riguardanti il ​​battesimo degli infanti.

McAleese ha detto che nei secoli precedenti, i cattolici “non capivano che avevano il diritto di dire no. Ma tu e io sappiamo che viviamo in tempi in cui abbiamo il diritto alla libertà di coscienza, alla libertà di credo, alla libertà di opinione, alla libertà di religione e alla libertà di cambiare religione. La Chiesa cattolica deve ancora abbracciare pienamente quel pensiero. Ciò che la Chiesa non ha fatto è riconoscere che deve esserci un punto in cui i nostri giovani, da adulti, hanno l’opportunità di dire: ‘Lo confermo’. o ‘Io rinnego questo'”.
McAleese, che ha sostenuto pubblicamente di porre fine alle restrizioni in materia di aborto in Irlanda, il “matrimonio” tra persone dello stesso sesso e l’ordinazione delle donne al sacerdozio, ha fatto notizia all’inizio di quest’anno quando ha parlato l’8 marzo in una conferenza di donne detenute fuori dal Vaticano. La conferenza annuale, “Voices of the Faith”, era stata precedentemente tenuta nello Stato della Città del Vaticano. Nel 2018, il cardinale Kevin Farrell, Vaticano Prefetto della Congregazione per i Laici e vita familiare, si oppose ad alcuni oratori, tra essi c’era la McAleese e non aveva approvato l’uso dello spazio del Vaticano per la conferenza. Gli organizzatori allora avevano spostato l’evento nella sede della Compagnia di Gesù.

“Siamo qui per gridare, per abbattere i muri della misoginia della nostra Chiesa”, ha detto McAleese in quella conferenza.

Al di là di ciò che dice la McAleese, la Chiesa, come madre, incoraggia i genitori a battezzare i loro figli il prima possibile.

 

Dice il Catechismo:

1250 Poiché nascono con una natura umana decaduta e contaminata dal peccato originale, anche i bambini hanno bisogno della nuova nascita nel Battesimo per essere liberati dal potere delle tenebre e trasferiti nel regno della libertà dei figli di Dio, alla quale tutti gli uomini sono chiamati. La pura gratuità della grazia della salvezza si manifesta in modo tutto particolare nel Battesimo dei bambini. La Chiesa e i genitori priverebbero quindi il bambino della grazia inestimabile di diventare figlio di Dio se non gli conferissero il Battesimo poco dopo la nascita.

1251 I genitori cristiani riconosceranno che questa pratica corrisponde pure al loro ruolo di alimentare la vita che Dio ha loro affidato.

1252 L’usanza di battezzare i bambini è una tradizione della Chiesa da tempo immemorabile. Essa è esplicitamente attestata fin dal secondo secolo. E’ tuttavia probabile che, fin dagli inizi della predicazione apostolica, quando “famiglie” intere hanno ricevuto il Battesimo, siano stati battezzati anche i bambini.

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