“In Italia i vescovi non spostano voti come una volta. Al Referendum la maggioranza dei cattolici ha votato no.” Lo afferma in questa intervista il noto sociologo Massimo Introvigne.
Introvigne, si è da poco tenuto il referendum costituzionale. Per chi hanno votato i cattolici?
” Per cattolici dobbiamo intendere quel diciotto per cento che va con regolarità alla messa, i praticanti. Dati alla mano, in maggioranza hanno detto no. E questo no non è derivato solo dall’ormai famoso ‘ci ricorderemo’ del Family Day”.
Che cosa intende dire?
” Ho la massima stima di Gandolfini che reputo persona seria. Però credo che anche lui sappia bene che il no di tanti cattolici non si radica sono nell’ avversione alla Cirinnà. Il vero problema era la inadeguatezza della riforma progettata da Boschi e Renzi ,una riforma che prevedeva l’ accentramento del sistema, una visione che cozza con la dottrina sociale della Chiesa, aperta al principio di sussidiarietà, dunque al decentramento. Pensare che il mondo dei cattolici praticanti abbia votato no solo per le unioni civili significa fare torto alla maturità e alla intelligenza di tanta gente. La verità, come dicevo, è che la riforma era lontana dai valori cattolici. Solo una minoranza dei credenti ha detto sì”.
Eppure alcuni vescovi italiani erano orientati al sì e la stessa Cei è rimasta neutrale…
” Certo, qualche vescovo e direi alcuni preti e religiosi hanno fatto intendere di essere a favore del sì. Però, già quando parlano chiaramente vescovi e preti non sempre si fanno capire bene, figuriamoci quando lo fanno in modo sfumato. Inoltre, va detto che in Italia come del resto in gran parte del mondo occidentale, la secolarizzazione ha fatto in modo che la gente segua poco parroci e vescovi e dunque costoro non spostano più voti come una volta. Tanti cattolici non obbediscono quando i pastori parlano di valori etici, figuariamoci in politica”.
Però in Polonia la Chiesa cattolica ha contribuito nettamente alla vittoria del partito conservatore…
” Quello polacco è un caso diverso e atipico. In quella nazione i cattolici praticanti, cioè chi va a messa ogni domenica, è sono pari al 40 per cento della popolazione e non il 18 come da noi. E il popolo vede nella Chiesa una entità liberatrice dalla schiavitù del comunismo, ha un debito di riconosenza, senza contare il fattore Giovanni Paolo II. La Polonia è ancora profondamente cattolica, conservatrice e tradizionalista”.
Italia a bassissima natalità, perchè?
” Non sono sorpreso. Ormai i reparti natalità italiani sono in crisi. Questa situazione è causata da una rivoluzione antropologica che va avanti da 50 anni. Varie le cause: fuga dalle responsabilità, ricerca del piacere, matrimoni rtardati e celebrati avanti negli anni. Pesa anche la crisi economica. In quanto al matrimonio al Comune tanto in voga oggi, come disse in modo sorprendente Papa Benedetto XVI, sono paradossalmente un fatto positivo rispetto a nozze concordatarie fatte senza capirne il senso e il significato di sacramento. Allora sono nulle”.
Bruno Volpe