In un articolo dal titolo “La edad para el matrimonio” monsignor Hector González Martínez, arcivescovo emerito di Durango (Messico), ha criticato fortemente l’omosessualità (qualificata come «ripugnante» e «contra naturam») e le azioni che tendono a considerarla «come un diritto naturale e positivo». Scrive l’arcivescovo: «nonostante la diffusione dell’omosessualità nelle culture pagane, come Roma prima di essere evangelizzata dalla Chiesa cattolica, i Romani non legiferarono in favore dell’omosessualità.
L’omosessualità era tollerata come un male minore a causa della degenerazione dei costumi ma, non favorendo la forza e la continuità dell’Impero, per la semplice ragione che non produce prole, le unioni omosessuali erano considerate dannose per la famiglia e per la repubblica». A proposito della proliferazione e dell’incoraggiamento dell’omosessualità scrive l’arcivescovo che «questa pratica disgustosa è contro la legge naturale e positiva».
Ciò che è «contra naturam non è naturale e non può rivendicare diritti né obbligazioni correlative da parte di nessuna società. E se è contra naturam un codice non può determinarne l’eticità». L’arcivescovo conclude dicendo che «quando si abbandona Cristo e le norme morali che nascono dal suo Vangelo si presentano ogni sorta di vizi e degenerazioni» e riflette sul ruolo che hanno giocato l’industrializzazione e il capitalismo nella evoluzione dell’istituzione familiare.
Adam Loon Otter
Anche il voto di castità è contro natura allora,visto che ci sono tanti preti pedofili ed anche omosessuali…