“Non è il miglior interesse del bambino quello di essere privato di un papà. Ma per ora registriamo un assordante silenzio del Parlamento a cui attiene la funzione legislativa e i giudici si danno alle sentenze creative”: con questa nota Pro Vita & Famiglia commenta il rigetto del reclamo presentato dal Ministero dell’Interno e la confermata validità della «trascrizione» da parte del Comune di Bari «dell’atto di nascita» di un bambino, che oggi ha tre anni e mezzo, figlio biologico di una donna inglese unita civilmente con una donna barese.
“Ci troviamo di fronte a sempre più numerose sentenze ideologiche, ma la realtà non può essere cambiata nemmeno dai giudici: due donne non fanno un papà e i bambini non sono un capriccio. La politica tutta scenda in campo ed esprima il suo rifiuto per ogni tipo di sperimentazione con i bambini: non sono cavie da laboratorio!” hanno concluso Brandi e Coghe, presidente e vice presidente dell’associazione.