Un libro dialogo per stilare un primo bilancio di una vita intensa. E’ la sintesi dell’ ultima eccellente fatica di Monsignor Marco Frisina, grande musicista. Il titolo del volume del quale parliamo è ” Mio canto è il Signore – conversazione con Antonio Carriero”, edito per Elledici. Abbiamo intervistato l’autore.
Monsignor Frisina, qual è la ragione del titolo?
” Come risulta evidente, è un salmo biblico. La lode a Dio è davvero molto importante, direi persino centrale, nella vita del credente, una scelta obbligata”.
Che genere di libro è?
” Un dialogo con il sacerdote ed amico Antonio Carriero, lo ha voluto lui. Abbiamo affrontato vari temi, partendo ovviamente dalla musica liturgica, per arrivare ad un bilancio di quello che sin qui ho realizzato. Anzi, più che di un bilancio, preferisco parlare di riepilogo”.
Molta strada…
” Se guardo indietro, dico certamentesì. Ricordo nitidamente, 41 anni or sono, il mio primo canto liturgico, Benedici Il Signore Anima Mia. Da allora di tempo ne è passato, come acqua sotto i ponti. Il libro vuole essere anche una riflessione personale su questo”.
Soddisfatto?
” Certo, lo sono. Vedo in genere dei buoni risultati e frutti, sia personali che spirituali, anche nella stessa Chiesa di Roma. Sono grato a tanta brava gente conosciuta per strada, la apprezzo e mi apprezzano. Sono felice per tante cose belle”.
Rimpianti?
” Non ne ho. Magari non so se rifarei sempre le stesse scelte , o cambierei. Magari ho commesso delle superficialità e degli errori di gioventù che forse si potevano evitare. Però questo capita a tutti”.
Frisina è più musicista o prete?
” Più prete che musicista e chi mi conosce lo sa bene e sa l’intensità e direi lo zelo, con i quali svolgo la mia missione pastorale e il ministero sacerdotale. Ritengo che con la musica, buona, sia possibile evangelizzare anche i lontani, penso ai non credenti”
Quale è la qualità della musica liturgica nelle nostre chiese?
” Non è sempre buona e bisogna lavorare molto, si deve e si può fare di più. Spesso mancano persone qualificate che possano aiutare la comunità. Non bastano i maestri, ma occorre creare una maggiore ed approfondita educazione musicale. In Italia, spiace dirlo, abbiamo poca cultura musicale”.
Bruno Volpe