Hanno creato un certo scandalo le immagini e i video circolati sul web relativi a quanto avvenuto a Ravenna dove don Claudio Ciccillo, che dal locale Arcivescovo ha ricevuto in gestione la Chiesa dei Cappuccini, ha permesso durante la Santa Messa di far cantare, al momento dell’offertorio, i mantra buddisti a dei monaci tibetani presenti in Chiesa, rappresentanti della comunità Khangtsen di Ngari.
Il fatto è avvenuto nel corso della cinque giorni (1-5 giugno) chiamata UN MANDALA PER LA PACE, manifestazione tenutasi a Ravenna, in via Oberdan n. 6, durante la quale sono stati organizzati, nei locali parrocchiali, una conferenza dal titolo “La compassione” (tenuta in Chiesa da un “maestro” tibetano), una tre giorni di creazione dei Mandala (sulla pericolosità di questa pratica si veda l’articolo del collega Matteo Orlando qui) e quella che potremmo chiamare una “santa messa” cattolico-buddista.
Da notare che sulla pagina Facebook “Fraternità San Damiano”, creata da don Ciccillo, definita un’associazione “impegnata in attività educative, ma che soprattutto vuole essere un luogo di studio e di confronto”, il 31 maggio alle ore 7:27 è stato postato, a commento di un articolo sul Papa che ha definito, nell’ordine naturale, tutti gli esseri umani figli di Dio (infatti è proprio così, mentre nell’ordine soprannaturale si diventa figli di Dio con il battesimo), questo testo:
«La Fraternità San Damiano ha solamente anticipato ciò che Papa Francesco dichiara da sempre: “siamo tutti figli di Dio”. Non importa a quale religione appartieni, perchè noi crediamo nella chiesa di Papa Francesco e nella sua parola. Dal 1° al 5 giugno, 7 monaci tibetani lavoreranno attorno al progetto: un mandala per la pace….aperto alla città. Siete tutti invitati a partecipare».
In attesa di prese di posizione dalla Curia ravennate, registriamo ancora una volta la consapevole e colpevole falsificazione degli insegnamenti del Papa che alcuni fanno e il fatto che nella mente di certi preti si è fatta strada una fuorviante visione ecclesiologica: una contrapposizione tra la Chiesa di Cristo e quella di Francesco.
Adam Loon Otter
Francamente è sempre più difficile parlare di “falsificazione dell’insegnamento”: in realtà quello che sta dilagando ovunque è la conseguenza di quell’insegnamento. D’altronde, perché Papa Francesco, almeno un volta ogni dieci bastonature di “farisei”, non spende una parola per richiamare all’ordine quelli che stravolgerebbero la sua parola?
Questa è una concezione falsa ed eretica della Chiesa, chiunque ne sia il promotore. Ci avviciniamo, forse, all’abominio della desolazione nel Tempio Santo predetto dal profeta Daniele, citato da Gesù nella sua profezia sugli ultimi tempi leggibile nei Vangeli sinottici. Si sta tentando – è questa la domanda che ci si può porre – di negare l’essenza della S.Messa, cioè la riproposizione del Sacrificio di Cristo, che solo può salvare il mondo?