Giovanni Paolo II avrebbe voluto andare a Medjugorje e non lo fece solo per rispetto della prassi ecclesiale. Ce lo rivela in questa intervista Monsignor Giacomo Martinelli, della Fraternità Sacerdotale Figli della Croce e Canonico onorario della Basilica di Santa Maria Maggiore. E’ stato grande amico del santo Papa polacco.
Monsignor Martinelli, che cosa la ha colpita maggiormente di Giovanni Paolo II?
“Un grande uomo di Dio e manifestazione del Suo Spirito, specialmente nel modo e nella forma in cui celebrava l’eucarestia. Reputava la celebrazione della messa quotidiana il centro di tutto e della sua giornata e che venisse prima di essere Papa. Anzi reputava che l’ essere Papa fosse una conseguenza dell’ essere sacerdote, Alter Christus”.
Insomma, la messa era il fulcro…
“Esatto. Le confermo che l’Eucarestia per Giovanni Paolo II era un reale incontro con Cristo e da qui scaturisce la sua sincera e profonda devozione mariana che non era un fatto esteriore, ma concreto”.
In che senso?
“Si affidava a Maria in modo totale. Del resto sappiamo che sotto la Croce Maria restò sola con un discepolo e nel momento della prova non vacillò la sua fede. Allo stesso modo, la fede di Giovanni Paolo II ricalcava quella di Maria e lo abbiamo visto in tante circostanze negative s sofferenze patite con la massima fede”.
Che cosa la ha colpita maggiormente a livello personale?
“Il suo senso dell’amicizia. Nel rapporto con lui mi sentivo investito da sincero amore cristiano, sapeva far risultare importante il suo interlocutore, persino disposto a dare la vita”.
Avrebbe voluto andare a Medjugorje?
“Varie volte me lo ha confidato. Diceva: se non fossi Papa ci andrei. Pensi che gli ho regalato nel 1984 un documentario sulle apparizioni e restituendomelo disse che lo aveva visto 4 volte”.
Perché non ci è andato?
“Per rispetto della prassi ecclesiale. Riteneva che il Papa porta a compimento un percorso e non lo inizia”.
Che cosa ha rappresentato per la Polonia?
“La dimostrazione che nessun regime dittatoriale o ateo come quello comunista è in grado di ingabbiare il senso cristiano della vita. Lo Spirito non si può bloccare”.
Bruno Volpe