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“Un fatto grave e sconvolgente”. Così monsignor Vito Angiuli, vescovo della diocesi Ugento-Santa Maria di Leuca, commenta in questa intervista che ci ha rilasciato, l’omicidio della povera Noemi Durini di Specchia, cittadina del Basso Salento finita sua malgrado alla ribalta della cronaca nera. Un episodio che ha angosciato non solo quella terra, ma il Paese intero per la sua efferatezza.

Eccellenza Angiuli che idea ha ricavato?

“ Certamente un fatto sconvolgente e grave che  riguarda tutti noi e  ci deve  far e meditare. Non può e non deve lasciarci indifferenti”.

Due famiglie e due minori  coinvolti. Colpa anche delle famiglie? 

“ Qui ci sono delle responsabilità individuali e problemi che riguardano espressamente due nuclei particolari. Ogni famiglia ha le sue caratteristiche e le sue emergenze e pertanto non penso che sia giusto o corretto generalizzare parlando di una generale crisi di valori che  comunque esiste.  Sicuramente, ma non è una novità,  la istituzione famiglia vive un momento di crisi ed esistono emergenze non risolte anche per i ragazzi e gli adolescenti”.

Magari sistemi educativi sbagliati…

“Quella della educazione  è una  urgenza, ma in questo caso non è giusto parlare in ottica generale quanto particolare. Educare i figli oggi è molto complicato, alla pari  lo è vivere responsabilmente la paternità o la maternità in un clima non sempre attento ai veri valori”.

Possiamo dire che siamo davanti ad un fatto di cronaca che colpisce negativamente la immagine del Salento?

“E’ un  evento grave e pesante sul piano delle ripercussioni, tuttavia è accaduto qui, ma avrebbe  potuto succedere in qualsiasi altra parte di Italia. Non è un problema geografico”.

Ha espresso vicinanza alla famiglia della vittima?

“Lo ho fatto con la dovuta delicatezza e discrezione. Ho incontrato la famiglia ed  ho pregato. Ma prego anche per  la famiglia del presunto assassino, la preghiera è per tutti, non è mai selettiva. Qui ci sono due famiglie distrutte e nel dolore”.

Una trasmissione televisiva ha dato la notizia del ritrovamento del corpo in diretta. Lecito parlare di spettacolarizzazione del dolore?

“ Davanti a questi fatti tragici occorrono maggior sensibilità e rispetto per le persone lasciando da parte il sensazionalismo o la ricerca dei colpi giornalistici”.

E’ in corso una inchiesta per accertare se eventuali ritardi della giustizia  possano aver influito sull’evento..

“ Ci sta una indagine in corso e allora lasciamo lavorare chi ha questo compito con serenità e fiducia. Ora è il momento del dolore e della preghiera per tutti”.

Le ricorda Avetrana?

“ Non vedo analogie significative con il caso Scazzi, almeno per ora”.

Bruno Volpe

 

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