Foggiano ed area garganica sono ancora sotto l’ effetto della orribile mattanza ( 4 morti) avvenuta nell’assolata campagna tra San Marco in Lamis ed Apricena. L’ennesimo fatto di sangue che sconvolge quella terra. Di questo sconcerto, si fa voce, autorevole e stimata, il vescovo di San Severo, Monsignor Giovanni Checchinato che abbiamo intervistato e che non usa giri di parole.
Eccellenza, 4 vittime da arma da fuoco , quale la sua valutazione?
” Un fatto gravissimo, offende la vita umana e il suo valore. Questo episodio è un ulteriore sintomo di un modo di pensare non umano, prima ancora che cristiano, che ha svalutato il valore sacro della vita e la sua importanza. Pare che la vita valga sempre meno. Ma aggiungo dell’ altro”.
Prego…
“Ritengo che questo ennesimo fatto criminoso e di sangue sia la spia di un diffuso malessere sociale che avvolge quest’area. Certamente i vescovi non hanno ricette per risolvere il problema e assicurare l’ ordine pubblico, ma bisogna correre ai ripari per ripristinare fiducia e il concetto stesso di legalità e controllo del territorio”.
Da vescovo : qual è lo stato di animo della comunità?
“Almeno qui, la gente si sente smarrita davanti al male ed ha tutto il diritto a vivere serena. Da vescovo dico a questi signori che ammazzano: fate cessare la voce delle armi, convertitevi e cambiate rotta come del resto ha detto lo stesso Papa in situazioni simili. Scegliete la via del bene e mettete da parte il male”.
L’area garganica ed il foggiano sono finiti negativamente alla ribalta nazionale…
” Non meritano questo. Questa terra soffre a causa di certi atti, direi che è parte lesa della guerra di mafia e della criminalità che insanguinano il territorio. Non possiamo tacere e dimenticare che la stragrande maggioranza della gente di queste parti è fatta da persone oneste e degne che chiedono pace e giustizia. Questo ennesimo episodio è sintomo di un disagio che ha origini antiche, persino di natura culturale”.
Lei è arrivato da poco a San Severo, era al corrente della situazione?
” Sapevo qualcosa. Ma non dobbiamo perdere la speranza. Bisogna reagire al male col bene, sempre”.
Bruno Volpe