“Il lavoro pastorale che viene svolto è molto intenso, sviluppato e diversificato. È basato sul culto mariano ma è allo stesso tempo cristocentrico: adorazione eucaristica, Via Crucis, Rosario, di certo non ho visto cose fantasiose o deviate”. È quanto afferma monsignor Henryk Hoser, inviato speciale della Santa Sede a Medjugorje, in un’intervista pubblicata oggi da Avvenire. A Medjugorje, prosegue l’arcivescovo di Warszawa-Praga, “ho constatato un clima di raccoglimento, preghiera, contemplazione, insomma un grande fervore spirituale”.
“La cosa che colpisce – aggiunge – è senza dubbio la quantità delle confessioni, ma molto positiva è anche l’opera di formazione delle coscienze, con incontri e seminari”. “I pellegrini non stanno diminuendo”, rileva mons. Hoser, sottolineando che “non ho percepito grandi contrasti tra la parrocchia di Medjugorje e i francescani da una parte e il clero diocesano e gli altri religiosi dall’altra”.
“Certo – riconosce Hoser – il vescovo di Mostar Ratko Peric ribadisce la sua posizione nettamente contraria alla veridicità delle apparizioni e sottolinea che, secondo lui, su ciò che è falso non si può costruire nulla”. Richiamando quanto successo per le apparizioni di Kibeho in Ruanda, l’arcivescovo rispetto ai dieci segreti che la Vergine avrebbe rivelato a Miriana, una delle veggenti, evidenzia che “non sono ancora conosciuti, no? E allora questo non cambia nulla”. “Ricordiamoci sempre che il culto mariano non è obbligatoriamente legato alle apparizioni, si può svolgere in maniera autonoma, soggetto di culto è la Vergine Maria”, rimarca Hoser. (SIR)