“Papa Francesco non ha firmato alcun lasciapassare sull’ aborto e certe interpretazioni del documento Misericordia et Misera o sintesi giornalistiche, sono inesatte.” Lo afferma in questa intervista a La Fede Quotidiana monsignor Vincenzo Paglia, arcivescovo, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita.
Eccellenza, si è concluso il Giubileo della Misericordia, che bilancio possiamo ricavarne?
” Molto positivo. Il Papa ha lanciato sia alla Chiesa che al mondo, un caldo invito alla cultura del perdono e della misericordia, affinchè in ogni cuore regni il primato della riconciliazione”.
Da qualche parte si osserva, però, che forse si è parlato troppo di misericordia, poco di peccato e giustizia…
” Non è così. Misericordia e giustizia camminano assieme di pari passo. La vera grande giustizia di Dio, la sua misura, è la misericordia. Dal Giubileo è emersa una Chiesa desiderosa di essere madre, vicina a coloro che sono nelle difficoltà, ma desiderosi di cambiare passo e tornare a vivere nella pienezza”.
Appena finito il Giubileo è stata pubblicata la Lettera Apostolica Misericordia et Misera. Ovviamente l’aspetto maggiormente messo in risalto è quello sull’ aborto. Che cosa ha voluto dire il Papa?
” Non è esatto sostenere o far capire che il Pontefice abbia fatto passi indietro sull’aborto che era e resta un peccato gravissimo e bisogna fare di tutto per evitarlo. Il Papa non ha firmato alcun lasciapassare e credo che alcune interpretazioni e sintesi giornalistiche siano poco esatte e non aderenti alla realtà “.
Che cosa allora ha voluto dire il Papa?
” E’ partito dalla idea che tutti i peccati possono essere perdonati, grazie alla infinita misericordia di Dio. E allora è giusto muovere il primo passo verso chi è caduto, verso chi ha commesso l’ aborto senza respingere, aiutare a capire lo sbaglio per evitare di commetterlo di nuovo. Se al contrario lasciamo il peccatore in balia di sè stesso è assai probabile che andrà avanti sulla sua strada e nella sua condotta. In sostanza il Santo Padre ha voluto guardare al problerma con una ottica diversa e nuova: facciamo di tutto per aiutare a non peccare avvicinandosi alla confessione, somministrando la medicina della misericordia e penso che a conti fatti sia un atteggiamento ancora più fermo “.
Per dare la possibilità a tutti i sacerdoti di assolvere dall’aborto non si rende necessario un Motu Proprio di modifica del diritto canonico?
” Bisogna evitare, davanti ad anime ferite, ogni forma di legalismo esasperato e di rigorismo . La giustizia deve esser sostanziale e non formale. Del resto anche nel diritto canonico, la suprema legge che chiude e informa tutto è sempre quella della salvezza delle anime”.
Bruno Volpe