Una recente legge della Polonia in tema di olocausto, ha suscitato perplessità e polemiche. Il provvedimento, firmato dal Presidente della Repubblica Duda, ma anche mandato alla Corte Costituzionale per valutarne la costituzionalità, stabilisce che in Polonia non è possibile affermare che i campi di concetramento nazisti sono polacchi. La violazione della norma, fa rischiare la detenzione sino a tre anni di carcere. Chiediamo a un esponente del clero polacco, Monsignor Tadeusz Pieronek vescovo e per anni Segretario Generale della Kep ( la Conferenza episcopale polacca), il suo parere.
Eccellenza Pieronek, che cosa ha spinto il governo polacco ad approvare questa legge?
” Bisogna partire dalla necessità di riaffermare una verità storica”.
Quale?
“La Polonia, come Stato e nazione, non ha partecipato all’olocausto, dire il contrario è sbagliato ed anche ingiusto. Questo non significa che qualche individuo polacco, alcune persone , abbiamo potuto perseguitare gli ebrei. Bisogna dire la verità senza paura. Ribadisco. La Polonia non ha colpe come entità, ma alcuni individui polacchi hanno effettivamente fatto male agli ebrei”.
E i lager nazisti in territorio polacco?
” E’ sbagliato dire che essi siano polacchi e da questo angolazione la legge è corretta. Quei lager vennero costruiti dalla Germania sul nostro territorio solo allo scopo di fare ricadere sui polacchi le colpe”
La convince del tutto la legge?
” No. trovo sbagliato e fuori di ogni logica penalizzare col carcere le opinioni. Non è pensabile sanzionare il pensiero e istituire la censura”.
Cioè?
“Affermo che la censura e il blocco delle idee sono sempre sbagliati, non è possibile fermare il processo di accertamento della verità storica che prima o dopo affiora, neanche dietro minaccia di sanzioni o del carcere”.
Molti mezzi di informazione polacchi parlano di attacco alla Polonia…
” Non mi sembra. Semmai a ben vedere è colpa del governo aver fatto una legge che si prestava e si presta a queste conseguenze”.
Israele ha protestato…
” Ogni stato ha diritto a difendere la sua posizione e le sue idee, dunque anche Israele, che da sempre ritiene di essere custode della verità sull’olocausto”.
Bruno Volpe