In una intervista rilasciata ad un quotidiano nazionale, il neo ministro legista per la Famiglia e le disabilità Lorenzo Fontana, ha dichiarato che “le famiglie gay non esistono”. L ‘affermazione, che sicuramente è politicamente scorretta, non è stata gradita al mondo gay friendly e LGBT che, ovviamente ha protestato. Sul punto abbiamo sentito il parere del cardinale Elio Sgreccia, Presidente Emerito della Pontificia Accademia per la Vita.
Eminenza Sgreccia, quante famiglie esistono secondo lei?
“Una sola, almeno se la vediamo in ottica cristiana, ma anche in base al diritto naturale”.
Chiariamo…
“Penso che affermare che ci sono altri tipi o generi di famiglia determini confusione e questo non va bene. Altri generi di unione, penso zie e nipoti, o persone dello stesso sesso, sono associazioni di persone, però mon possono mai assurgere al rango o ruolo di famiglia. La sola che può e deve essere chiamata in questo modo è quella composta da uomo e donna. In questa ottica il ministro ha detto bene ed ha ragione”.
Perchè lei dice che la sola famiglia degna di questo nome è composta da uomo e donna?
” Per due ordini di ragioni. Il primo è un vincolo di natura, il diritto naturale, e noi non posiamo far passare per giusta una cosa che urta il diritto naturale. Poi vi è un secondo aspetto che è la genitorialità, il completamento reciproco,la dazione della vita. Mi sembra di ogni evidenza che due uomini o due donne non possano generare”.
Quale è il motivo per cui le organizzazioni gay e LGBT hanno protestato?
“Penso che ogni volta che si tenti di affermare principi veri e normali, questa lobby, che è forte, si fa sentire. Gli omosessuali e le lesbiche come tali vanno rispettati e trattati con dignità e decoro, come del resto ogni uomo merita. Ma una cosa è il giusto rispetto, altra è chiudere gli occhi davanti all’errore. Misericordiosi con il peccatore, fermi ed intransigenti col peccato”.
In Irlanda, da poco, gli abortisti hanno vinto nettamente il referendum, preoccupato?
” Lo sono. Non è vero che si è fatto un passo avanti, ma uno indietro. Non abbiamo la controprova, ma se la Chiesa fosse stata in Irlanda più vigorosa, forse qualcosa sarebbe cambiata”.
C’è chi vuole cambiare la Legge 194. Lei cosa ne pensa?
” Penso che modificarla o cambiarla sia rischioso e potrebbe portare a conseguenze persino peggiori. Io ritengo che l’ aborto non è un diritto e quella legge, per come è stata applicata, non ha fatto diminuire gli aborti, ma li ha persino resi più numerosi”.
Bruno Volpe