“ Amoris Laetitia? Un documento di compromesso. Mi auguro che nella prassi non crei confusione”. Lo dice il noto teologo e sacerdote oblato giuseppino Monsignor Tarcisio Stramare.
Monsignor Stramare, partiamo dalla famiglia che innegabilmente accusa battute a vuoto. Da che cosa dipende questa crisi?
“ E’ in difficoltà perché a parole la disprezzano tutti. La cosa incredibile è però che assieme ad una sorta di esecrazione di massa, si assiste parallelamente alla corsa per parificare poi ogni tipo di unioni proprio alla derisa famiglia. La si dileggia, ma poi si torna a lei, con il nome che ognuno vuol dare. Nella pratica accade che si vuol attribuire dignità di famiglia ad istituti che nulla hanno a che fare con essa. Certamente niente e nessuno impedisce a due omosessuali di vivere come vogliono. Ma non chiamiamo quella società col nome di famiglia. Non è invece bello che tanti, specie tra i credenti, ignorino o sottovalutino il solo modello valido, la Santa Famiglia di Nazareth”.
Recentemente il Papa si è occupato di famiglia con la esortazione Amoris Laetitia dopo due sinodi dedicati all’ esame dell’ istituto. Che ne pensa?
“ Ho apprezzato l’ intento del Papa. Ritengo che sia un corposo e articolato documento di sintesi e persino di compromesso, visto l’ andamento dei due sinodi e non penso si potesse fare diversamente, era una scelta dettata dalle circostanze con realismo. Lo trovo un testo abile al quale non voglio muovere critiche, ma lo ritengo dal punto di vista teologico un tantino carente, mentre è un bel trattato sull’ amore coniugale”.
Che cosa potrà determinare?
“ Non è un mistero che la Congregazione per la Dottrina della Fede abbia sollevato prima dell’approvazione, qualche obiezione e ha fatto correzioni. Tutto dipende dal fatto che è un testo di compromesso, necessario, e come tale si presta a dubbi interpretativi. Penso al caso per caso del capitolo 8 che a lungo andare potrebbe avere una prassi relativista con visioni diverse e luoghi diversi. Insomma, esiste la eventualità di una confusione nella prassi applicativa e probabilmente sarebbe opportuno un documento di interpretazione autentica. Penso al ruolo del confessore, per esempio, come dovrà regolarsi? E non esiste il rischio di difformità a seconda della sua sensibilità particolare? Sia ben chiaro, però, che la dottrina non è cambiata e neppure può accadere questo, nessuno è in grado di modificarla”.
Monsignore di recente è scomparso Marco Pannella. Si è avuta una sorta di beatificazione di massa e di glorificazione collettiva. Persino organi di stampa cattolici e della Santa Sede hanno avuto parole indulgenti. Che cosa ne pensa?
“ Troppi elogi e paginate. Non vorrei trovarmi al posto di Pannella al cospetto del Giusto Giudice. Indubbiamente ha difeso in alcuni casi i diritti individuali e penso alla sua giusta lotta contro la pena di morte e per i diritti dei detenuti. Ma le sue posizioni su aborto e divorzio sono incompatibili con la visione cristiana della vita. Al posto di elogi e comunicati che possono confondere la fede dei semplici, sarebbe stato prudente un buon tacere e affidarlo alla misericordia di Dio con una preghiera. Ricordiamoci, però, che per ogni morto, di qualunque idea o vissuto sia, non sta a noi il giudizio”.
Bruno Volpe
Monsignor Stramare, leggo che ha detto: “documento di sintesi persino di compromesso … mi auguro che nella prassi non crei confusione.” A me pare che non solo l’abbia già creata ma ulteriormente aggravata nei documenti pastorali di alcune Conferenze Episcopali Regionali e diversi Vescovi. D’altra parte cosa ci si può aspettare da un compromesso dove è in gioco il Vangelo? Cosa ci si può aspettare da una casa costruita per metà sulla roccia e per metà sulla sabbia? Il Signore è stato così intelligente da neppure ipotizzarla.