Che cosa resterà del tempo della pandemia? E quale società verrà fuori? Se lo domanda, con la solita profondità, monsignor Paolo Urso, vescovo emerito di Ragusa (Sicilia) in questa intervista che ci ha concesso.
Eccellenza Urso, partiamo dalla Quaresima. Che cosa è?
” Un tempo favorevole di preparazione alla Pasqua, a tutti i livelli. In questi giorni dobbiamo cambiare mentalità, modo di vivere, stile di condotta. Però attenzione, queste cose non valgono solo in Quaresima, ma devono ispirarci sempre. In tale ottica è giusto dire che la nostra vita deve essere sempre una Quaresima”.
Digiuno, talvolta lo giudicano una cosa vecchia…
” Il digiuno non è roba obsoleta. Naturalmente va inteso con buon senso. Non è una mera riduzione calorica del pasto, altrimenti faremmo i dietologi. Ma significa che io rinuncio a qualche cosa che mi piace per condividerla con gli altri. Insomma, evitiamo formalismi”.
Dura però 40 giorni. Per alcuni è un tempo lungo.
“Per noi occidentali 40 o 41 sono la stessa cosa. Dobbiamo invece entrare nel modo di pensare orientale, o ebraico fortemente caratterizzato da numeri e spiritualità. I 40 giorni, cifra presa dal libro dell’ Esodo sono il tempo impiegato dagli ebrei per ottenere la libertà dalla schiavitù o quelli passati da Gesù nel deserto tentato dal diavolo”.
E della tentazione cosa c’è da dire al giorno d’oggi?
” Tutti siamo tentati, non solo nel deserto, ma ogni giorno della nostra vita che è combattimento col diavolo. Il demonio è furbo, abile, conosce tutto di noi e opera in odio a Dio, per questo ci tormenta. Sa i punti deboli di ciascuno e in quelli attacca, talvolta per lusingarci, altre volte ci spinge al potere e al successo, in alcuni casi si finge altruista e disinteressato, ma vuole qualcosa in cambio da noi. Il demonio fa calcoli, il suo apparente amore è finalizzato al suo tornaconto e al nostro allontanamento da Dio. Bussa alla porta della nostra vanità e fa bene i suoi calcoli. Ma alla fine perderà”.
Eccellenza, tempo della pandemia. Che cosa resterà?
” Non lo so. Ho paura che questo periodo per le giovani generazioni cancellerà il sentimento, gli abbracci, l’ affettività e rischiamo una società super tecnologica e poco umana, dell’algoritmo rispetto a quella del cuore. E invece è giusto bilanciare queste componenti. La scrittura in un certo senso, lo aveva previsto quando nell’ Ecclesiaste si parla di un tempo per abbracciare ed un tempo per astenersi dagli abbracci. Sta accadendo. E’ il mondo liquido di Bauman, che sostituito l’ amicizia con la connessione ad internet. Anzi è la società della connessione nella quale basta un clic per cancellare anni di amicizia e di rapporti, roba da bambini, ma pericolosa. Una società che spesso ci rende apparentemente pieni di conoscenze, ma soli con l’ illusione dell’ onnipotenza e della autosufficienza”.
Bruno Volpe