” Vaccinarsi è atto di amore e di responsabilità”: l’ affondo in questa intervista che ci ha rilasciato è di Monsignor Paolo Urso, vescovo emerito di Ragusa.
Eccellenza Urso, i medici cattolici italiani definiscono il vaccino anti Covid “atto di responsabilità”, il cardinal Cupisch scelta di amore. Che ne pensa?
“Il corpo è Tempio dello Spirito, va trattato con rispetto e diciamo tratta il prossimo tuo come te stesso, cioè bene. Ecco abbiamo il dovere prima di tutto di rispettare la nostra salute e di riflesso quella di chi ci sta accanto, di chi vive con noi. Non ha alcun significato invocare una libertà sfrenata, questo è arbitrio. La nostra libertà trova un limite in quella di chi vive con noi, dei nostri fratelli”.
Emerge inevitabilmente il delicato rapporto scienza- fede.
“Non sono contrastanti, anzi, camminano di pari passo. Tuttavia la fede è il rapporto con Dio, la scienza è ricerca ed anche dubbio, autonoma. Però questa sua autonomia trova un limite nel diritto naturale. Non tutto quello che è scienticamente possibile lo è dal puntiodi vista etico. Faccio l’ esempio dell’ aborto.Si può fare , ma è un atto contro la vita, cioè non eticamente giusto. Danneggia l’ uomo “.
Un altro rapporto delicato che emerge è quello tra attivismo e spiritualismo.
” Vero. Si ondeggia tra uno spiritualismo immaturo ed infantile di chi si affida solo alla preghiera e chi pensa di farne a meno. Bisogna trovare un equilibrio. Se sto male certamente prego, ma corro a trovare un buon medico, non mi affido solo a Dio, questo è fatalismo”.
Vi è anche nel campo medico chi dubita dei vaccini arrivnado a definirli acqua di fogna…
” Una definzione offensiva e di mal gusto, prima di tutto”.
Pandemia, come ne usciremo?
“Non lo so, temo più diffidenti ed incattiviti. Ci aspetta un grande lavoro”.
Bruno Volpe