Esemplare sacerdote, un grande riferimento personale e spirituale. Così piangono tanti fedeli della diocesi di Vicenza la prematura scomparsa di Don Pierangelo Rigon, parroco di S. Pancrazio in Anzignano di Sandrigo, scomparso il 17 febbraio, a soli 59 anni, probabilmente per problemi cardiaci (soffriva di cuore da qualche tempo). Padre Rigon, che aveva conseguito il dottorato in Sacra Liturgia presso il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo di Roma con una tesi dal titolo “Per ritus et preces … consummentur in unitatem cum Deo” – L’opera liturgica del card. Alfredo Ildefonso Schuster), oltre ad essere l’unico sacerdote vicentino con tale specifico dottorato, era un serio e sereno difensore e diffusore della Liturgia nella forma straordinaria rilanciata dal Motu Proprio di Benedetto XVI.
Celebrava ogni domenica e festa di precetto secondo la Forma straordinaria del Rito Romano e, su mandato del Vescovo mons. Beniamino Pizziol, assicurava la cura pastorale dei fedeli che sono legati al Rito Romano antico nell’unica chiesa della diocesi di Vicenza in cui esso viene celebrato. Amante dell’azione sacra, ha organizzato un museo della Liturgia nei locali della sua canonica (recuperando gli oggetti sacri del culto e della pietà popolare) presso Ancignano, di cui era amministratore parrocchiale, costituita in unità pastorale con Sandrigo. Dottissimo ma anche umile celebrava da anni coram Deo in entrambi i riti (ordinario e straordinario), riuscendo amabilmente a coinvolgere la Comunità, curando le vocazioni sacerdotali e impegnandosi per il restauro della piccola, ma antica e preziosa, chiesa di San Pancrazio. Il 2 giugno 2005, il presidente Ciampi gli aveva conferito l’onorificenza di Cavaliere “per meriti culturali”.
Iscritto all’Albo dei giornalisti del Veneto nel 2008, ha scritto numerosi articoli per alcuni giornali locali e per riviste teologiche specializzate. Per rendere omaggio al loro sacerdote, i fedeli stanno adesso cercando di trovare un sacerdote che possa, per la Settimana santa, non lasciare i fedeli vicentini legati alla Forma Straordinaria, privi del Triduo, costretti altrimenti ad andare fino a Verona, Venezia o Trento per assistere ad una Santa Messa celebrata secondo il rito straordinario.
Matteo Orlando