“A Nazaret la Parola legge le Scritture”, è l’ ultimo saggio del noto biblista e teologo di Altamura ( Bari) don Alessandro Amapani. Il libro, edito per la San Paolo, ha un’ introduzione a firma di Goffredo Boselli ed epilogo di Enzo Bianchi. Si tratta di un interessante saggio, scritto per spiegare l’ importanza dell’ascolto e della meditazione della Parola di Dio. Insomma, una bella lectio divina, molto efficace. Abbiamo intervistato l’ autore.
Don Alessandro, perchè quel titolo e a che cosa si deve?
“Ho inteso riprendere e commentare quell’episodio del Vangelo nel quale Gesù entra nella sinagoga e legge un brano della scrittura commentandolo, in poche parole compie una specie di liturgia della Parola. E’ l’ unico episodio in tutto il Vangelo nel quale vediamo Gesù dentro la sinagoga del suo paese, ovvero la sua parrocchia , e legge spiegandolo, un pezzo della Scrittura. Non ve ne sono altri”.
Che cosa accade?
“Detto che si tratta del solo passaggio simile in tutto il Vangelo, ovvero un momento nel quale Gesù legge e spiega la Parola, passiamo al secondo passaggio. Egli, con quel gesto e la sua scelta, crea tensioni problemi con tante persone specie quando afferma che lo Spirito di Dio è su di Lui. Fa un’ omelia, legge, sceglie il brano, persino lo cambia rispetto al previsto ed omette un versetto. Proprio questa sua omissione scatenerà le ire di chi poi lo vorrà espellere dalla sinagoga e alla fine uccidere in croce”.
Quale lo scopo del suo lavoro?
“Fare meditare su questa bella pagina del Vangelo, un passaggio davvero molto importante e soprattutto spingere a credere nella forza salvifica della Parola. Oggi spiacevolmente si crede poco nella Parola, perché siamo spinti e trascinati da altre sicurezze, forse troppe, e lo vediamo nei media e nei social. Purtroppo crediamo più alla parola degli uomini che a quella di Dio, dimenticando che il Verbo si è fatto carne”.
Magari è anche colpa del mondo frettoloso e secolarizzato…
“Anche, ma non solo. Penso che sia responsabilità di una certa superficialità di fondo. Tutto sommato, sia pur in modo differente, e con modalità diverse, la secolarizzazione vi è sempre stata. Ritengo che sia quanto mai opportuno tornare a meditare con viva attenzione e continuità sulla Parola”.
Bruno Volpe